ALESSIA SCOGNAMIGLIO
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bolo’ «considerato nel suo significato più ampio di
espressione sim-
bolica
[
symbolischer Ausdruck
], di espressione di qualcosa di
spirituale
attraverso
segni
[
Zeichen
] e
immagini
[
Bilder
] sensibili»
15
. Dal punto di
vista morfologico, il problema ‘filosofico’ fondamentale che qui viene
posto non risiede tanto nella necessità del conoscere il significato e il
ruolo del ‘simbolo’ in ogni particolare sfera spirituale o forma intesa
come arte, mito e linguaggio, quanto nel comprendere «fino a che
punto il linguaggio come
totalità
, il mito come
totalità
, l’arte come
to-
talità
portino in sé il carattere generale di formazione simbolica»
16
. Il
rapporto tra soggetto e forma, tra soggetto e forme simboliche – sotto-
linea ancora Cassirer – è un rapporto di ‘mediazione’, visto che «ogni
contenuto spirituale è per noi necessariamente legato alla forma della
coscienza e con ciò alla forma del
tempo
»
17
.
2. Il volume I della
Filosofia delle forme simboliche
è – come si sa –
dedicato al linguaggio
18
. Esigenza fondamentale del filosofo è, in que-
sto caso specifico, garantire al linguaggio una «posizione speciale» nel-
l’insieme delle forme simboliche, al fine di evitare requisizioni sterili e
quanto mai riduttive assimilazioni da parte della logica e dell’estetica
19
.
Lo studio si apre con una fondamentale e quanto mai lucida sezio-
ne teorica che funge da prefazione all’intera opera, cui segue una storia
del corso filosofico del problema del linguaggio – vera e propria
Feno-
menologia della forma linguistica
– che analizza la lingua nella fase del-
l’espressione sensibile e in quella dell’espressione intuitiva, sino a pren-
15
Ivi, pp. 174-175.
16
Ivi, p. 176.
17
Ibid.
18
Cfr.
supra
, nota 3. Il secondo volume accoglie invece «l’abbozzo di una fenome-
nologia del pensiero mitico e religioso», mentre il terzo indaga sulla «vera e propria
‘gnoseologia’, cioè la dottrina delle forme del pensiero
scientifico
» (
FFS
I, p. VI). Cfr.
E.
C
ASSIRER
,
Filosofia delle forme simboliche
,
II,
Il pensiero mitico
[
Philosophie der
symbolischen Formen
,
II,
Das mythische
Denken
, Berlin, 1925], tr. it. Firenze, 1964;
I
D
.,
Filosofia delle forme simboliche
,
III,
Fenomenologia della conoscenza
[
Philosophie
der symbolischen Formen
,
III,
Phänomenologie der Erkenntnis
, Berlin, 1929], cit
.
19
«Se il linguaggio deve essere mostrato come un’energia dello spirito realmente
indipendente e originaria, non può fare a meno di inserirsi nel complesso di queste
forme senza coincidere con alcun altro degli elementi singoli già esistenti; ad esso, no-
nostante il
nesso
sistematico in cui si viene a trovare con la logica e con l’estetica, deve
essere assegnata in questo complesso una posizione
speciale
e deve essergli così assicu-
rata la sua ‘autonomia’» (
FFS
I, p. 143).
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