L’ORIGINE DEL LINGUAGGIO
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fanciulli
23
, e ancora quelli dove indica la metafora e il discorso metafo-
rico essere più pertinenti che non il metodo geometrico al compito
della ricerca filosofica
24
, chiariscono bene quanto si sta provando a
mettere in rilievo.
Come la metafora vichiana è stata acutamente definita quale «ele-
mento trascendentale del linguaggio»
25
, non diversamente il ‘simbolo’
in Cassirer tende ad assumere un carattere «formale e trascenden-
tale»
26
. E come per Vico il procedimento fantastico-metaforico rappre-
senta oltre che un dato momento dell’attività della mente umana, an-
che «uno strumento più adeguatamente filosofico di sintesi, compara-
zione e commisurazione delle cose», per Cassirer il simbolo esprime
«un momento storicamente determinato di una autonoma fenomeno-
logia dell’attività creativa dell’uomo», oltre che la manifestazione della
capacità dell’esercizio di sintesi dello spirito stesso
27
.
Per Cassirer, una delle prove decisive per dimostrare in che modo
una data attività dello spirito possa manifestarsi nei sistemi simbolici,
risiede nel fatto che gli stessi ‘simboli’ si rivelano con un proprio carat-
tere specifico e con una propria pretesa di validità conoscitiva. Ciò
risulta chiaramente attraverso l’osmosi che si determina tra la cosa e il
simbolo in tutte quelle manifestazioni del pensiero ancora legate al lin-
guaggio e al pensiero mitico e irriflesso:
23
«[…] Sarei d’avviso d’istruire i giovani in tutte le arti e scienze con giudizio inte-
grale. A tal fine la topica li arricchisca dei suoi luoghi e intanto col senso comune pro-
grediscano nella pratica della vita e nell’eloquenza, con la fantasia e la memoria si irro-
bustiscano in quelle arti che si servono di queste facoltà, infine apprendano la critica,
per giudicare in ultimo col proprio cervello sulle cose apprese e si esercitino sui mede-
simi argomenti, sostenendo le due tesi opposte» (G. V
ICO
,
De nostri temporis studio-
rum ratione
, in I
D
.,
Opere
, cit., vol. I, p. 111).
24
«Non sono infatti la stessa cosa la sottigliezza e l’acutezza, giacché il sottile
consta di una sola linea, l’acuto di due e tra le molte acutezze il primo posto è tenuto
dalla metafora, la più insigne finezza e l’ornamento più splendido di ogni parlare
ornato» (ivi, p. 117; ma cfr. pure p. 119).
25
Cfr. D. D
I
C
ESARE
,
Sul concetto di metafora in Vico
,
in questo «Bollettino» XVI
(1986), p. 326.
26
Cfr. G. C
ACCIATORE
,
Simbolo e storia tra Vico e Cassirer
, cit., p. 260, dove per
altro viene fornita una essenziale e imprescindibile indicazione metodologica, secondo
la quale la possibile analogia tra il procedimento metaforico in Vico e la concezione
del simbolo in Cassirer deve essere individuata entro un comune profilo teoretico, e
non entro specifici riferimenti testuali e consonanza di testi.
27
Ivi, pp. 260-261. Ma cfr. anche
FFS
I, pp. 23 sgg. e pp. 48 sgg.