ROSARIODIANA
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Sia detto qui per inciso: escludere la possibilità del concetto di indi-
viduo era di importanza vitale per il Croce della
Logica
, poiché l’obiet-
tivo finale della riflessione contenuta nel secondo volume della
Fi-
losofia dello Spirito
doveva essere la riconduzione del giudizio definito-
rio – avente per soggetto e per predicato due concetti universali di pari
estensione che si dicono reciprocamente e dunque tautologicamente
(es.: «la volontà è la forma pratica dello spirito») – al giudizio indivi-
duale, il che Croce poteva fare con agio postulando implicitamente
una sorta di ‘contemporaneità’ della filosofia – cronologicamente ante-
riore rispetto a quella più famosa della storia enunciata pochi anni
dopo in
Teoria e storia della storiografia
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– secondo cui la definizione
veniva considerata una risposta trovata ad un problema circoscritto in-
sorto entro la «condizionalità individuale e storica» di chi quella defi-
nizione aveva formulato
13
. Questo processo logico di riduzione del giu-
dizio definitorio a quello individuale o storico poteva così chiudersi
con la fondazione nella sua esclusività del secondo dei due – unico ri-
masto appunto e costituito dall’unione copulativa di un soggetto di na-
tura singolare, appreso dunque per via rappresentativa, e di un con-
12
Pubblicato come quarto volume della
Filosofia dello Spirito
, il libro, che racco-
glie nella sua fisionomia originaria saggi pubblicati negli anni 1912-1913, uscì – com’è
noto – dapprima in tedesco (
Zur Theorie und Geschichte der Historiographie
, Tübin-
gen, 1915) e poi in italiano (
Teoria e storia della storiografia
, Bari, 1917). Per un esame
ampio e dettagliato dell’articolata costituzione testuale dell’opera, cfr. E. M
ASSIMILLA
,
T. T
AGLIAFERRI
,
L’edizione critica di
Teoria e storia della storiografia, in
I percorsi dello
storicismo italiano nel secondo Novecento
, a cura di M. Martirano ed E. Massimilla,
Napoli, 2002, pp. 371-378; I
D
.,
Ancora sull’edizione critica di
Teoria e storia della
storiografia, in «Archivio di storia della cultura» XVII (2004), pp. 185-203. Negli
intenti di Croce, da lui stesso ricostruiti
ex post
, il compito teorico affidato a
Teoria e
storia della storiografia
andava individuato nell’aver determinato «la natura della
vera
storiografia come storia sempre ‘contemporanea’, cioè nascente dai bisogni intellet-
tuali e morali del presente» (B. C
ROCE
,
Note autobiografiche
, 1934, in
I
D
.,
Contributo
alla critica di me stesso
, a cura di G. Galasso, Milano, 1989, pp. 73-92, qui p. 73; il
corsivo è nostro). Nel 1912 il libro in preparazione veniva invece riguardato come
un’occasione per ‘armarsi’, per impadronirsi cioè degli strumenti teoretici necessari, af-
finché il suo autore potesse successivamente dedicarsi – e qui l’allusione è evidentemente
alla futura
Storia della storiografia italiana nel secolo decimonono
, che vedrà la luce in due
volumi a Bari nel 1921 – ad una «specie di critica […] degli studi storici in Italia» finaliz-
zata a procurarne una vera e propria «riforma» (lettera di Croce a Giustino Fortunato
del 3 febbraio 1912, in G. F
ORTUNATO
,
Carteggio 1865-1932
, a cura di E. Gentile, 4 voll.,
Roma-Bari, 1978-1981, vol. II,
Carteggio 1912-1922
, 1979, p. 22).
13
Logica
…, cit., p. 161.