«MEMOREEVIDENTEMENTEDELL’ESEMPIOVICHIANO»
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cetto universale quale predicato (es.: «Pietro è buono»
14
) – e con la
conseguente tesi, ormai facile da dimostrare, della vicendevole compe-
netrazione, della identità di filosofia e storia
15
.
Ciò detto e riprendendo le fila dell’argomentazione, possiamo do-
mandarci: se, per le ragioni che abbiamo addotto, dell’individuo non si
dà un concetto logico (‘vero’), ma soltanto uno pseudoconcetto (‘uti-
le’) inadatto a fornircene un sapere adeguato, e se la comprensione di
un individuo non può prescindere da un esame complessivo della sua
storia vissuta («Socrate non è se non la vita di Socrate»), allora dove va
ritrovata la possibilità di una conoscenza dell’individuale? Il brano ci-
tato all’inizio ci offre una prima soluzione: nella pittura
16
, dunque nel-
l’arte; ma, soprattutto – ed è quello che qui ci preme analizzare – nella
narrazione storica della vita individuale: nella biografia e, come si ve-
drà, nell’autobiografia, entrambe degne, ma solo a certe
condizioni
, del
rango e degli onori riconosciuti alla ricerca storiografica, coincidente,
per il Croce della
Logica
– opera che segna un punto di arrivo, sotto
questo riguardo, rispetto all’
Estetica
ed ai
Lineamenti
17
– con l’inda-
gine filosofica.
Quali sono però le
condizioni
che rendono l’autobiografia opera di
storia-filosofia e non mero romanzo storico? Nell’
Avvertenza
del 1916
alla seconda edizione della
Logica
, Croce, condensando con icastica
chiarezza le implicazioni sottese alla teoria del giudizio storico e della
identificazione di filosofia e storiografia, indicava una via, e lo faceva
invocando quali numi tutelari Aristotele e Campanella:
14
Ivi, p. 123.
15
Ivi, pp. 223 sgg., pp. 232 sgg.
16
Sul contributo dell’arte alla conoscenza dell’individuale va vista naturalmente la
parte teorica dell’
Estetica
nella sua interezza. In particolare, sulla pittura cfr. anche
Lineamenti…
, cit., p. 64.
17
Con lucida, autobiografica consapevolezza Croce ricostruisce nella
Postilla
del
1909 l’itinerario speculativo che lo condusse, nella
Logica
, ad identificare la storia con
la filosofia. «Nell’
Estetica
– scrive il filosofo – […] considerai [la storia] come nascente
dall’intersezione della filosofia e dell’arte; nei
Lineamenti di Logica
, feci ancora un pas-
so avanti, e la storia mi apparve come conclusione dello spirito teoretico, il mare in cui
sboccava il fiume dell’arte, ingrossato da quello della filosofia. L’identità completa, per
altro, della storia e della filosofia mi restava sempre a mezzo celata, perché persisteva
in me il pregiudizio che la filosofia potesse avere in certo modo forma sciolta dai vin-
coli della storia, e costituire, rispetto a questa, un momento precedente e indipendente
dello spirito; ossia, nella mia idea della filosofia, perdurava qualcosa di astratto»
(
Logica…
, cit., p. 234).