«MEMOREEVIDENTEMENTEDELL’ESEMPIOVICHIANO»
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«quale ufficio […] nell’opera sociale o della civiltà» ha «adempiuto
l’individuo, di cui si narra la vita»
31
?
La questione del contributo dato dal singolo allo svolgimento stori-
co dello spirito non va però affrontata entro l’angusto orizzonte della
cosiddetta «storia prammatica», la quale ravvisa nell’individuo la fonte
autonoma ed isolata dell’agire, ritrovando in esso soltanto, «reso
astratto, e contrapposto, in quanto tale, non solo all’universo, ma an-
che agli altri uomini, parimente resi astratti», le «ragioni dei fatti sto-
rici»
32
. Questo approccio «astratto» di tipo «monadistico»
33
va invece
capovolto in quello «idealistico», l’unico che consente di cogliere l’uni-
versale concreto, ossia l’individuo sollevatosi all’universale e questo
manifestantesi in quello. «Individuo e idea – scrive Croce con l’intento
di chiarire questa reciproca compenetrazione di individuale ed univer-
sale – separatamente presi, sono due astrazioni equivalenti e inadatte
l’una e l’altra a fornire il soggetto alla storia»; infatti
la vera storia è storia dell’individuo in quanto universale e dell’universale
in quanto individuo. Non si tratta di abolire Pericle a vantaggio della Politi-
ca, o Platone a vantaggio della Filosofia, o Sofocle a vantaggio della Trage-
dia; ma di pensare e rappresentare la Politica, la Filosofia e la Tragedia come
Pericle, Platone e Sofocle, e questi come ciascuna di quelle
in uno dei loro
particolari momenti
. Perché, se fuori della relazione con lo spirito l’individuo
è ombra di un sogno, ombra di sogni è anche lo spirito fuori delle sue indivi-
duazioni; e raggiungere nella concezione storica l’universalità è ottenere in-
sieme l’individualità, e renderle entrambe salde della saldezza che l’una con-
ferisce all’altra
34
.
31
Teoria e storia della storiografia
, cit., p. 41. La storia – si legge in un altro luogo
dell’opera – «non comincia se non quando le condizioni psicologiche […] sono state
sorpassate e sostituite dall’atto dello spirito, che indaga a quale ufficio abbia adem-
piuto nello svolgimento il fatto o l’epoca […]: ossia che cosa essa abbia arrecato di
proprio in quel corso, e perciò che cosa abbia prodotto» (ivi, p. 99).
32
Ivi, p. 104.
33
Ivi, p. 109. Sulla contrapposizione fra monadismo e umiltà cfr. I
D
.,
L’umiltà
, in
Frammenti di etica
[1922], in I
D
.,
Etica e politica
, a cura di G. Galasso, Milano, 1994
[1
a
ed. Bari, 1931], pp. 123-126, in partic. pp. 125 sgg. Sulla deteriore deriva biografi-
ca del positivismo – aspramente criticata dal filosofo abruzzese – cfr.
Storia d’Italia dal
1871 al 1915
, cit., p. 134; I
D
.,
La storia come pensiero e come azione
[1938], a cura di
M. Conforti, con una nota di G. Sasso, Napoli, 2002, p. 211.
34
Teoria e storia della storiografia
, cit., pp. 116 sgg.; i corsivi sono nostri.