ROSARIODIANA
58
Nel personaggio di levatura e nelle produzioni oggettive, di cui –
come vedremo – è solo ‘parzialmente’ artefice, si esprime lo spirito in
una sua determinazione storicamente circoscritta, ovvero in uno dei
«particolari momenti» del suo svolgersi. Questo processo di individua-
zione dell’«idea» è però la modalità necessaria del darsi dello spirito; la
sua storia o, meglio, la storia in quanto spirito e viceversa, è infatti il
susseguirsi – letto come passaggio progressivo «passaggio dal bene al
meglio»
35
– di individui (personaggi, eventi, epoche) in cui traspare
l’universale, che essi restituiscono secondo le forme e i modi del pro-
prio tempo. Individuale e universale si appartengono reciprocamente,
sono l’uno sostanza dell’altro, vivono l’uno della e nella vita dell’altro,
dal momento che il primo guadagna senso ed esistenza storici solo alla
luce del secondo e questo vive solo incarnato in quello: l’essere è del
‘concreto’ (l’unione di entrambi), l’‘astratto’ (la loro separazione) cade
nel non-essere
36
. Se, dunque, lo svolgimento storico dello spirito è l’in-
cessante successione nel tempo di universali visibili e realizzati in indi-
vidui, questi ultimi a loro volta in e di quelli vibranti, allora l’auto/bio-
grafia, ‘concepita’ e ‘narrata’ da chi si è messo a quella giusta distanza
dal proprio oggetto (sia esso l’altro o il se stesso di un tempo) che met-
te al sicuro da ogni coinvolgimento affettivo e perciò consente di ‘pen-
sare’ e ‘raccontare’ la verità storica che brilla solo nel nesso di indivi-
dualità e idea, l’autobiografia – si diceva –, che è al tempo stesso espo-
sizione della storia individuale e comprensione dell’universale che in
essa trova la sua curvatura storicamente individuata, diventa nella ricca
costellazione del pensiero crociano l’approccio privilegiato al cogli-
mento storico dello spirito.
35
Ivi, p. 93.
36
Come fu rilevato a suo tempo (cfr. F. C
HABOD
,
Croce storico
, in «Rivista storica ita-
liana» LXIV, 1952, 4, pp. 473-530, in partic. pp. 483 sgg.), di sicuro nella concezione
crociana del rapporto fra individuale ed universale – concezione in cui si ravvisa come
«unico attore» della storia «lo spirito del mondo» (ivi, p. 486) – sopravvive una «evi-
dente eredità» proveniente dalla filosofia hegeliana della storia. In questa sede non è na-
turalmente possibile soffermarsi oltre sulla questione, che meriterebbe un’indagine auto-
noma o comunque più approfondita. Va tuttavia qui ricordato che nell’assumere ‘par-
zialmente’ quello ‘scomodo’ retaggio, Croce lasciava cadere l’idea hegeliana di uno svol-
gimento storico ‘cuspidale’ dello Spirito culminante in un’epoca conclusiva. Sulla lettura
chabodiana della storiografia di Croce cfr. F. T
ESSITORE
,
Annotazioni sulla storiografia di
Benedetto Croce
, in I
D
.,
Contributi alla storia e alla teoria dello storicismo
, vol. III, Roma,
1997, pp. 323-341, qui pp. 323 sgg. Per un attento ed approfondito esame del rapporto
Hegel-Croce, cfr. I
D
.,
Storicismo hegeliano e storicismo crociano
, ivi, pp. 253-313.
1...,48,49,50,51,52,53,54,55,56,57 59,60,61,62,63,64,65,66,67,68,...244