«MEMOREEVIDENTEMENTEDELL’ESEMPIOVICHIANO»
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Ma l’individuo, pensato alla luce dell’universale, non serba intatte
le sue molteplici sfaccettature: al vaglio dell’idea, il singolo perde pezzi
che sprofondano nel Lete della storia senza lasciare alcuna traccia nella
memoria dello spirito. L’individuale che vuole essere storicamente si-
gnificativo, o – più semplicemente – che vuole ‘essere’, realizza il pro-
prio connubio con l’universale oggettivandosi e dunque ritrovandosi
nell’«opera»; sicché lo sguardo indagatore non deve dirigersi – per ri-
prendere l’esempio crociano – sulla vita privata di Pericle, Sofocle o
Platone, ma sulla loro «opera» politica, tragica e filosofica intesa quale
individuazione storicamente definita e circoscritta rispettivamente del-
la Politica, della Tragedia e della Filosofia
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. L’individuo «esalta» se
stesso «nell’universale» – scriverà il vecchio Croce,
come si vede in grande nel poeta, nel pensatore, nell’eroe, che nella
poesia, nella verità, nella virtù celebrano la pienezza della loro personalità,
purgati di tutte le private passioni
; come in piccolo si vede nelle più umili
creature umane, la cui giornata s’intesse di sacrifici ed è un continuo ri-
temprare il laboriosamente acquisito carattere morale per trasfonderlo nel-
l’azione che l’amore ispira e il dovere comanda
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.
Al di fuori della considerazione storica, dissolti nel limbo immemo-
re dell’assoluta irrilevanza, cadono
i diversi sentimenti che accompagnano il nostro operare […]: le notti
insonni del creatore di nuove verità, di nuove bellezze, di nuovi progressi
civili, i contrasti che esso sofferse da altri uomini, i dolori che gl’inflissero,
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Analogamente, seppur ormai con un afflato etico-politico, nello scrivere le sei
biografie contenute in
Vite di avventure di fede e di passione
, il filosofo fu «attirato
dalle figure di alcuni uomini, le cui vite […], impersonavano drammaticamente le con-
dizioni e le lotte politiche e morali dei tempi loro» (B. C
ROCE
,
Avvertenza
, in
Vite di
avventure di fede e di passione
, cit., p. 13). Va ricordato – a suffragare ulteriormente
quale rilevanza avesse ancora per l’ormai anziano studioso l’esercizio della scrittura
biografica – che, a ridosso delle
Vite
, Croce procurò un’edizione delle lettere di De
Sanctis risalenti al periodo dell’esilio, in cui riuniva precedenti carteggi desanctisiani
da lui stesso pubblicati. Il volume – e questo è per noi qui motivo di interesse – diviso
in capitoli nei quali ai documenti si alternano frequenti inserti narrativi ed esplicativi,
veniva concepito non come «un semplice epistolario», ma, per il «modo» in cui il cu-
ratore lo ordinava, finiva per offrire «quasi la trama di una biografia del De Sanctis in
quegli anni così fecondi della sua vita» (I
D
.,
Avvertenza
, in F.
D
E
S
ANCTIS
,
Lettere
dall’esilio 1853-1860
, raccolte e annotate da B. Croce, Bari, 1938, p. 6).
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Personalità filosofica e personalità morale…
, cit., p. 237; i corsivi sono nostri.