ROSARIODIANA
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la morte stessa che in quella sua missione incontrò, la gloria di cui talora
lusingò se stesso
39
.
Nel «sacrario del cuore umano» – scrive Croce citando Droysen –
nell’intimità evanescente del sentimento che si esprime con l’interiezio-
ne – intimità nebulosamente quando non tragicamente luminosa per
l’uomo che
patisce
, ma insensata ed irreale per la storia, che conosce
solo l’uomo che
agisce
– l’occhio dell’auto/biografo non penetra, non
vuole penetrare, non ne ha bisogno, poiché l’individuo che questo
sguardo ricerca e fa rivivere nella narrazione non ha «realtà fuori del-
l’universale che in lui si attua e ch’egli attua»
40
. Sul proscenio della sto-
ria compare perciò solo l’uomo che, in quanto singolarità pratica,
muore idealmente nel momento stesso in cui, consegnandosi all’uni-
versale, si trasfigura nell’opera, vivente di quella luce dello spirito nel
cui cono non si scorge nemmeno un ultimo frammento del vecchio
bozzolo esistentivo dell’individuo ormai oggettivato nella propria pro-
duzione storica
41
. Fra l’uomo ed il tormento della
poiesi
, da un lato, e
l’autore e l’opera, dall’altro, fra il se stesso creante ed il se stesso che ha
compiuto la creazione vige un rapporto di estraneità consapevole e
gioiosa, e ciò in quanto solo la morte dell’uno è vita dell’altro, solo
l’oblio dell’uno è il farsi immortale dell’altro – un’immortalità imma-
nente nella storia
42
– negli esiti effettivi della propria minuta attività
quotidiana come del proprio lavoro artistico o di pensiero. «La nostra
individualità» – scrive Croce alludendo al contrasto fra la vita tran-
seunte del corpo e quella eterna nello spirito,
39
Ivi, p. 240.
40
La storia…
, cit., pp. 206 sgg.; ma cfr. anche ivi, p. 207.
41
Sulla reciproca compenetrazione di vita, esperienza ed opera in rapporto all’af-
fermazione di Croce stesso secondo cui la
Filosofia della pratica
ai suoi occhi conserve-
rebbe «un aspetto quasi autobiografico, che è
affatto celato
al lettore dalla forma dida-
scalica dell’esposizione» (
Contributo…
, cit., p. 25; i corsivi sono nostri), cfr. K.-E.
L
ÖNNE
,
Friedrich Meinecke und Benedetto Croce als Autobiographen
, in
Filosofia e
storia della cultura. Studi in onore di Fulvio Tessitore
, 3 voll., a cura di G. Cacciatore,
M. Martirano ed E. Massimilla, Napoli, 1997, vol. II,
L’età contemporanea
, pp. 361-
375, qui pp. 373 sgg.
42
Sulla immortalità delle opere, le quali, quando vanno distrutte, rivivono pur
sempre nelle nuove che ad esse succedono, cfr. B. C
ROCE
,
L’immortalità delle opere
, in
Dal libro dei pensieri
, cit., pp. 194-195.
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