ROSARIODIANA
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complementari
»
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, e «gli amori con lei non sono punto amori illeciti», a
condizione però di intenderne ed accettarne la
diversità
e la
comple-
mentarietà
rispetto alla grande storia senza pretendere di assolutizzarla
e di «soppiantare con essa l’altra»
53
.
3. Le vicende ricostruite attraverso le «notizie attestate, ordinate
spazialmente e temporalmente» – quelle, per intenderci, che costitui-
scono la cosiddetta «storia esterna»
54
– e quelle raccontate dall’aned-
dotica, vero e proprio atlante dell’umano, aprono una fenditura nella
trama dell’universale concreto e consentono di fissare l’attenzione su
momenti di vita privata altrimenti destinati all’invisibilità ed all’oblio.
In tali forme di narrazione fa la sua comparsa l’individuo stretto nella
sua separatezza dal tutto, irrelato, rinchiuso nei confini del proprio
piccolo mondo singolare di volta in volta illuminato dalla gioia o se-
gnato dalla sofferenza. Da questa sua solitudine lo solleva la storia
«fondamentale e vera», la «storia interna», quella che guarda alle
«opere» in cui l’individuo si realizza e non ha bisogno di documenta-
zione, perché è il frutto di quel «pensamento di un processo spiritua-
le»
55
interessato a cogliere «l’
ufficio
– per la cui definizione è irrilevante
la data precisa di composizione del
De docta ignorantia
– che la dot-
trina della coincidenza degli opposti esercita nella formazione della
scienza logica». Nell’opera che egli stesso ha creato e che risolve, dis-
solvendoli e sublimandoli in se stessa, «le intenzioni e i disegni», le esi-
tazioni ed i tormenti «coi quali s’inizia un’azione»
56
, l’individuo non è
solo, poiché al suo lavoro di elaborazione partecipano tutte le compo-
nenti spirituali del proprio tempo nelle quali vive il retaggio di quelle
del passato; in modo tale che, nascendo «dalla cooperazione di tutte le
forze del suo momento storico», l’opera è in realtà sua e non sua e
52
Ivi, p. 120; i corsivi sono nostri.
53
Ivi, p. 117.
54
Storia interna e storia esterna
, in
Paralipomeni…
, cit., p. 174.
55
Ibid
.
56
Storie pragmatiche o storie d’intenzioni e disegni
, in
Paralipomeni…
, cit., p. 124.
«È impossibile – scrive Croce più avanti – pensare storicamente le intenzioni e i dise-
gni astratti, fuori dei fatti nei quali sono attuati e superati» (ivi, p. 126). E ancora: «in-
sistere sui mali e sugli orrori per sé stessi considerati, senza riferimento all’operosità
che li supera e che è l’unico oggetto e fine della storia, o dando ad essi un risalto fuori
luogo, era ritenuto una sconvenienza già nell’antichità» (
Il pensiero storico e gli «orrori
del mondo»
, ivi, p. 168).
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