ROSARIODIANA
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fra individuale ed universale si è conclusa, sfociando nella morte del-
l’uno nell’altro (nella loro separatezza), che è nel contempo vita del-
l’uno nell’altro (nel loro virtuoso connubio); quando quel gioco raffi-
nato di appropriazione ed espropriazione di sé dell’individuo nell’ope-
ra si è definitivamente consumato, allora «si hanno innanzi non più
spiriti individuali […] ma fatti accaduti; e questi sono opera non del-
l’individuo, ma del Tutto»
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. Ora che non è più logicamente astratto,
poiché si è fatto universale concreto, il singolo esce anche dalla prigio-
ne della sua solitudine esistenziale e come cittadino della storia incon-
tra l’altro, entra a far parte di quella comunità ‘spirituale’ composta dai
suoi simili, gli altri individui-opera, che Croce con rapido, esaustivo e
magistrale tratto delinea in quel gioiello di prosa che è la chiusa della
famosa relazione oxoniense intitolata seccamente
Antistoricismo
:
Chi apre il suo cuore al sentimento storico non è più solo, ma unito
alla vita dell’universo, fratello e figlio e compagno degli spiriti che già ope-
rarono sulla terra e vivono nell’opera che compierono, apostoli e martiri,
genii creatori di bellezza e di verità, umile gente buona che sparsero bal-
samo di bontà e serbarono l’umana gentilezza; e ad essi tutti mentalmente
s’indirizza a invocare, e da essi gli viene, sostegno nei suoi lavori e travagli,
e nel loro grembo aspira a riposarsi, versando l’opera sua nell’opera loro
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.
Eppure, malgrado il seducente afflato comunitario che intenso ri-
suona in queste eleganti parole crociane e la pericolosa tentazione eser-
citata dallo splendore accattivante dello stile della lingua e del pensie-
ro, non si può fuggire a questo punto dinanzi all’insorgere di una do-
manda decisiva, alla quale è rimessa una reverenziale perplessità pro-
gressivamente addensatasi come una nube nel corso dell’indagine:
quale spazio resta più all’individuo, che, fattosi braccio secolare del-
l’universale – attore di un ‘accadere’ il quale, come «opera del Tutto»,
ignora, supera e sovrasta le sue particolari intenzioni – vede la propria
operosità ‘commissionata’ a lui dalla Provvidenza ed ‘ispirata’ in lui
dalla Grazia? Un siffatto individuo è reale e ‘vero’, solo se, distoglien-
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Ivi, p. 79.
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I
D
.,
Antistoricismo
[relazione letta il 3 settembre 1930 al VII Congresso inter-
nazionale di filosofia tenutosi a Oxford], in
La mia filosofia
, a cura di G. Galasso,
Milano, 1993, pp. 93 sgg.
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