«MEMOREEVIDENTEMENTEDELL’ESEMPIOVICHIANO»
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dosi dalla pagina, su cui con ‘esattezza’
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viene annotando nel corso
della sua intera esistenza i momenti del suo vissuto rallegrarsi e geme-
re, la lascia ardersi e distruggersi nel rogo sfolgorante del Tutto, che,
dal canto suo, svolgendosi storicamente, gli presenta le opzioni teoreti-
che e pratiche consentite di volta in volta ad un pensare ed agire non
più ‘suo’, o, come Croce spesso scrive, ‘suo e non suo’. E ancora una do-
manda connessa alla precedente: chi «apre il suo cuore al sentimento
storico» prende a far parte di una ideale
repubblica degli spiriti
in cui l’io
incontra il tu, con esso eventualmente ritrovando l’accordo o generando
tensioni feconde proprio nella e per la loro riluttanza a risolversi in una
superiore armonia, o non piuttosto diviene membro di una nobilissima
monarchia dello spirito
retta dalla ferrea legge dello svolgimento pro-
gressivo, la quale, in ragione dell’«ufficio» già compiuto, assegna ad ogni
singolo momento individuale il posto che gli compete nella coesa, paci-
ficante e pacificata diacronia spirituale di quel solo «individuo veramen-
te reale, che è lo spirito eternamente individuantesi»
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?
Sulla scorta di un tale interrogarsi, sospinti dalle soluzioni che l’esa-
me testuale più o meno esplicitamente ci suggerisce, arriviamo ora alla
questione cruciale di questa nostra indagine. Di nuovo una domanda:
entro il quadro concettuale che si è sommariamente tratteggiato, è an-
cora possibile pensare ad un’auto/biografia? La risposta è sì, ma a con-
dizione di espungere tutte quelle vicende personali non direttamente
né alla lontana connesse alla realizzazione dell’«ufficio» affidato al-
l’individuo dal Tutto. Se vuole essere scritto di storiografia e non ro-
manzo storico, la narrazione della vita altrui, come della propria, deve
farsi storia dell’operosità, ossia del ‘lavoro’ che si compie nel suo pro-
dotto e si comprende a partire da questo: vita, dunque, che si riversa
nell’opera e opera che guida e delimita lo sguardo di chi la vita vuole
raccontare. In una parola: l’auto/biografia può essere concepita solo
come auto/biografia intellettuale
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, come «racconto della propria vita
passata, la quale non è poi altro che l’azione che s’è compiuta, l’opera
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Sulla distinzione fra «verità» ed «esattezza» cfr.
Notizie attestate e immagina-
zioni
, cit., in partic. p. 140.
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Teoria e storia della storiografia
, cit., p. 109.
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Naturalmente il medesimo apparato concettuale fonda anche la possibilità della
biografia (nonché, per estensione, dell’autobiografia) etico-politica, della quale Croce
fornisce esempi magistrali in
Vite di avventure di fede e di passione
.
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