«MEMOREEVIDENTEMENTEDELL’ESEMPIOVICHIANO»
75
rati d’Italia per scrivere le loro Vite
99
che inviò come lettera circolare ad
un folto gruppo di intellettuali del tempo, che comprendeva natural-
mente anche il pensatore napoletano. Agli interpellati – fra i quali figu-
rava anche Ludovico Antonio Muratori – veniva chiesto di narrare
«con le più esatte circostanze e minute»
100
non solo e non principal-
mente le loro vicende personali, quanto la storia della loro vita di stu-
diosi, la «Storia de’ [loro] Studj»
101
, con i progressi compiuti, gli scac-
chi subiti per il vanificarsi delle motivazioni interne alla ricerca stessa o
per l’impatto con ostacoli esterni incontrati nel corso del suo svol-
gimento. Raccolte in un libro, queste autobiografie intellettuali dove-
vano costituire – secondo i piani di Porcìa che fallirono miseramente,
dal momento che solo Vico aderì con fattiva convinzione al program-
ma – «un trattato universale pratico tutto in volume racchiuso di quan-
to saper si dee in ogni genere di letteratura, e […] un vasto campo di
critica per esercitarvi gli ingegni»
102
; una sorta di enciclopedia pedago-
gica, un manuale per la formazione del letterato, in cui ogni giovane
talento, attraverso l’esempio autorevole di vite altrui eccellenti spese
nella prassi della ricerca, avrebbe potuto rinvenire i modelli di iter
formativi in base ai quali costruire quello più adatto a sé. E tutto ciò,
les progrès par les quels ils y sont arrivés» (B. C
ROCE
,
Nuove ricerche sulla vita e le
opere del Vico e sul vichianismo
, ne «La Critica» XVI, 1918, 4, p. 216).
99
Sulla datazione del
Progetto
cfr. P. G. G
ASPARDO
, G. P
IZZAMIGLIO
,
La pubbli-
cazione dell’autobiografia vichiana nella corrispondenza di Giovan Artico di Porcìa con il
Muratori e il Vallisnieri
, in
Vico e Venezia
, a cura di C. De Michelis e G. Pizzamiglio,
Firenze, 1982, pp. 107-130, qui pp. 109 sgg. Comparso nella citata
Raccolta d’opuscoli
scientifici e filologici
del 1728, nelle pagine immediatamente precedenti la
Vita
vi-
chiana (pp. 129-143) – ripubblicato di recente a cura nostra in questo «Bollettino»
XXXIV (2004), pp. 162-167 –, il
Progetto
presentava il lavoro del filosofo napoletano
come esempio di autobiografia del tutto rispondente a quei criteri che, dettati da Por-
cìa in questo suo scritto programmatico (cfr.
Progetto
, nella nostra edizione, cit., – cui
ci riferiamo ora ed in seguito –, p. 166), rispecchiavano però «esemplarmente la parti-
tura di tutte le
Vite
del primo Settecento» (A. B
ATTISTINI
,
Lo specchio di Dedalo. Auto-
biografia e biografia
, Bologna, 1990, p. 81). Per un esame più circostanziato del
contenuto del testo di Porcìa mi permetto di rimandare ancora una volta al mio lavoro
già citato:
Ragione narrativa ed elaborazione dialogica del sapere. L’autobiografia di
Giambattista Vico e il suo contenuto problematico
, pp. 147 sgg.
100
G.
DI
P
ORCÌA
,
Progetto ai Letterati d’Italia…
, cit., p. 163.
101
Lettera di Giovanartico di Porcìa a Vico del 14 dicembre 1727, in G. V
ICO
,
Epistole con aggiunte le epistole dei suoi corrispondenti
, a cura di M. Sanna, Napoli,
1993, p. 135.
102
DI
P
ORCÌA
,
op. cit
., p. 166.
1...,65,66,67,68,69,70,71,72,73,74 76,77,78,79,80,81,82,83,84,85,...244