ROSARIODIANA
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fa ‘saggio’ e viceversa; del resto come potrebbe essere altrimenti, se la
storia si fa filosofia e viceversa?
113
Questa funzione «pedagogica» dell’autobiografia crociana veniva
poi ulteriormente sottolineata ed amplificata dal particolare contesto
in cui trovava ospitalità la traduzione tedesca del
Contributo
. Curata
da Julius von Schlosser, essa appariva nel 1923 inserita nel quarto
114
di
una serie di volumi che ambivano a presentarsi come un’ampia e fede-
le ricognizione del pensiero contemporaneo di allora realizzata attra-
verso brevi scritti dei filosofi del tempo, con cui questi ricostruivano il
proprio itinerario speculativo e illustravano la loro opera. Nel libro te-
desco, alla traduzione Croce faceva seguire una nota in cui, fra le altre
cose, dichiarava che «le pagine precedenti» – quelle del
Contributo
,
appunto – ben si adattavano «alla serie ‘Filosofi contemporanei rac-
contano se stessi’»
115
, e, nel rendere molto liberamente in italiano il ti-
tolo originale del volume, utilizzava la formula ‘raccontano se stessi’
per tradurre
Selbstdarstellungen
[autopresentazioni], il che sembra es-
sere una sottile allusione alla sotterranea affinità fra racconto (diacro-
Taccuini
del 31 gennaio 1939 riportata per intero nel testo di Sasso a pp. 168-169, qui
p. 168). Parlando dei
Taccuini
, che a partire dal 1926 cominciò a ricopiare «da libricci-
ni di vario formato […] per formarne volumi uguali», Croce chiarisce che «non con-
tengono già un diario dei miei sentimenti e pensieri, ma semplicemente il resoconto
delle mie giornate, che quasi per controllo di me stesso sono solito di fare; e, insieme,
segnano la cronologia dei miei libri e della loro preparazione» (ivi, p. 32). È evidente
che l’esigenza stessa di un quotidiano «controllo» di sé sta ad indicare che l’agire ope-
roso, per quanto possa essere congeniale all’individuo, non è spontaneo, ma va gover-
nato, sorvegliato e tutelato contro l’insorgere delle forze psichiche oscure che induco-
no alla depressione, alla noia, all’ignavia.
113
Un successivo esempio di ‘pensiero narrativo’ molto simile a quello all’opera
nel
Contributo
lo si trova nell’
Avvertenza
del 1920 preposta al primo volume della
Sto-
ria della storiografia italiana nel secolo decimonono
(cit., p. VII), dove si spiega che fra
gli intenti del lavoro c’è anche quello, ancora una volta tutto pedagogico, di «offrire ai
giovani italiani, che si accingono agli studi storici,
sotto specie di racconto
,
una
sorta di
metodica
,
più efficace
[…],
che non le astratte metodiche dei manuali
. Più efficace, per-
ché le difficoltà e i contrasti vengono in essa colti sul vivo, e
teorizzati insieme ed esem-
plificati
» (i corsivi sono nostri).
114
Cfr.
supra
, nota 104. Dopo l’edizione ricciardiana del 1918 e prima di questa
tedesca, il
Contributo
fu pubblicato in francese (
Critique de moi même
, a cura di E.
Halévy, in «Revue de métaphysique et de morale» XXVI, 1919, pp. 1-40). Bisognerà
aspettare il 1926 per avere una seconda edizione italiana (la prima pubblica) in opu-
scolo presso Laterza. Più tardi il
Contributo
fu inserito in
Etica e politica
(Bari, 1931,
pp. 361-411).
115
Nachschrift
, cit., p. 121.
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