ROSARIODIANA
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esposizione introduttiva – accreditate alla scrittura autobiografica, uni-
tamente alla mole della raccolta, articolata in più volumi e «pensata co-
me un compito infinito» con sempre nuovi inserimenti, insomma un
work in progress
che ad ogni nuova edizione avrebbe consentito agli
autori di «rivedere il loro contributo per integrarlo con l’aggiunta di
nuove tappe conseguite nel corso del loro creare», fanno sì che il pre-
fatore e curatore dell’iniziativa guardi ad essa come ad «una sorta di
‘enciclopedia delle personalità filosofiche dei nostri tempi e di quelli a
venire’»
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concepita con lo scopo di offrire al lettore di quei tempi, ca-
ratterizzati «da una specializzazione e da una divisione del lavoro che
solo a pochi» consentiva «di creare direttamente sulla base di una molte-
plicità di fonti», un primo, vario orientamento diretto a fornire un’am-
pia e diversificata panoramica del pensiero filosofico di primo Novecen-
to. E l’autobiografia intellettuale, modalità ancipite di scrittura, permet-
teva all’interessato – per il carattere stringato emulatore di quelle sintesi
efficaci che solitamente riescono meglio quando sono di seconda mano
– di risparmiarsi quello studio di ponderosi trattati teoretici che sarebbe
venuto solo dopo che egli avesse individuato, fra i tanti autoproponen-
tisi, il filosofo portatore della «concezione del mondo […] a lui più con-
sona»
123
. I due ‘progetti’, quello settecentesco di Porcìa e quello nove-
centesco di Schmidt mostrano, dunque, spiccati e spontanei caratteri di
affinità: entrambi, infatti, presentano le ‘vite’ degli autori come possibi-
lità equivalenti ed itinerari di formazione e di conoscenza esaminati ed
eventualmente prescelti dal lettore sulla base di motivazioni personali, le
quali, suscitate e gravitanti entro l’orizzonte dell’esperienza vissuta, sono
certamente legittime, per quanto il più delle volte insondabili e refratta-
rie ad una giustificazione razionale. Queste analogie riscontrate nelle
prospettive teoriche e nelle intenzioni pedagogiche dei due curatori sot-
tolineano, peraltro, ancora di più, e oltre ogni esplicita affermazione dei
due filosofi, la particolare configurazione di narrazione-saggio propria
della
Vita
vichiana e del
Contributo
, i quali nelle opere edite da Porcìa e
da Schmidt trovavano una non casuale collocazione.
Ed è proprio considerando la peculiare conformazione di questo
‘pensiero narrativo’, che Croce, qualche anno prima, prendeva le dife-
se del suo antico predecessore contro le osservazioni critiche del suo
editore ottocentesco.
122
Ivi, p. VII.
123
Ivi, p. VIII.
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