«MEMOREEVIDENTEMENTEDELL’ESEMPIOVICHIANO»
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non è né critica né storia ma materiale incoerente»
134
. Al contrario, una
scrittura della vita che volesse lasciarsi alle spalle l’incompiutezza certo
non inutile della ‘cronaca’, ma inadeguata al compito assegnato a quel-
la scrittura stessa, e che ambisse a presentarsi come ‘libro di storia’ nel-
le cui pagine si pensasse «la filosofia dei fatti particolari, narrando la
storia, la storia pensata»
135
, non può rinunciare ad essere un esercizio
di ‘ri-costruzione’ degli eventi trascorsi compiuto secondo il canone di
un’operosità che nel tempo progredisce, si estende e si arricchisce di
nuove e più ampie prospettive; cosicché l’«autobiografo», «guardando
l’opera sua dalla
nuova
situazione in cui si trova» – «nuova» perché at-
tuale, dunque più comprensiva e meglio comprendente – ‘ricostruisce’
il proprio passato ‘costruendolo’ intorno ed in funzione del «termine
finale» che così «ha rischiarato l’iniziale»
136
.
Vico e Croce hanno concepito il racconto di se stessi – lo si può di-
re con le parole del secondo che il primo avrebbe certamente sotto-
scritto – come storia della loro «vocazione», della loro «missione» let-
teraria
137
; per questo nulla potevano concedere a confessioni e ricordi
che tutto riconducono alla «vanità dell’individuo»
138
. Ma la storia di
una «vocazione», se non vuole ridursi a mero regesto di buoni propo-
siti enunciati da chi, trovandosi all’inizio dell’opera, può solo presume-
re o, peggio, pretendere velleitariamente di avere una «missione», non
può non essere fatta se non
a posteriori
, quando cioè essa ha dato suffi-
ciente testimonianza di sé oggettivandosi in un risultato ultimo o nella
produzione spirituale più rilevante. La
Scienza nuova
per il Vico del
1728, la
Filosofia dello Spirito
per il Croce del 1915 erano le migliori
attestazioni di quanto fosse lecito, dal punto di vista teoretico ed etico,
‘ri-costruire’ il proprio passato come una vicenda di vita metaindivi-
duale segnata dalla presenza di un destino; quelle opere erano ‘fatti’ si-
gnificativi e significanti capaci di illuminare altri fatti che altrimenti sa-
rebbero rimasti privi di senso. Grazie ad esse, «la natura malinconica
134
Contributo…
, cit., p. 48.
135
Ivi, p. 65.
136
L’autobiografia come storia…
, cit., pp. 147 sgg.; il corsivo è nostro.
137
Contributo…
, cit., p. 13. «Io vorrei essere giudicato come tutto pensiero», scri-
veva emblematicamente Croce nel 1907 (I
D
.,
Curriculum vitae
, 1902, in I
D
.,
Memorie
della mia vita. Appunti che sono stati adoprati e sostituiti dal «Contributo alla critica di
me stesso»
, Napoli, 1966, pp. 5-24. La citazione è tratta dalla breve nota aggiunta nel
1907, ivi, p. 24).
138
Contributo…
, cit., p. 11. Ma su ciò cfr. anche ivi, p. 12.
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