LA CIFRANEL TAPPETO.
NOTE SU PACI INTERPRETE DI VICO
Nel 1968 Enzo Paci scriveva:
Gli addottrinati […] dimenticano che in ogni cultura può esserci un
contributo per tutti; che ogni religione può avere, dietro l’espressione let-
terale, un nucleo positivo. L’Iran ha regalato al palazzo di vetro dell’ONU
un meraviglioso tappeto nel quale, volontariamente, è stato commesso un
errore. Tutte le culture, e tutti gli uomini, possono riconoscere i loro
errori: è necessario per iniziare un cammino radicalmente nuovo
1
.
Indugiare sulla pur evidente attualità etico-politica che tali riflessio-
ni richiamano sarebbe forse scontato ma lo è meno, ci sembra, cogliere
la matrice critica che sottendono, ricordando che l’occasione di queste
considerazioni è un saggio su Vico e l’enciclopedia delle scienze, sag-
gio ingiustamente trascurato nelle ricostruzioni dei rapporti e delle
contaminazioni del pensiero di Paci con la filosofia vichiana.
1
E.
P
ACI
,
Vico, lo strutturalismo e l’enciclopedia fenomenologica della scienze
, in
I
D
.,
Idee per una enciclopedia fenomenologica
, Milano, 1973, p. 54. L’articolo in que-
stione era già apparso cinque anni prima, con il titolo
Vico, le structuralisme et l’ency-
clopédie phénoménologique des sciences
, in «Les études philosophiques» XXIII (1968)
3-4, pp. 407-428; poi ripubblicato in inglese,
Vico, Structuralism, and the Phenomeno-
logical Encyclopedia of the Sciences
, in
G. Vico, An International Symposium
, a cura di
G. Tagliacozzo, Baltimore, 1969, pp. 497-515. Si segnala, in questo medesimo volume,
il saggio
Vico and Cassirer
, pp. 457-473 sul quale torneremo in seguito.
Nella titolazione del presente contributo,
La cifra nel tappeto
, oltre alla risponden-
za nella citazione paciana, vi è un riferimento volontario al breve racconto jamesiano
The figure in the carpet
(1896). Anche lì, la suggestione avanzata, ci sembra, richiami
l’umana inabilità ad ogni risoluzione definitiva, ad ogni comprensione totale e, per
converso, presenti l’ineffabile cifra d’ogni
logos
, d’ogni trama di pensiero, come tratto
significativo proprio in virtù della sua indescrivibilità, dunque ogni mancanza come
cogente asserzione di senso.
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