ANNARITA PLACELLA
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Nel
Prologo
all’
Appio Claudio
, però, tale discorso non è condotto in
via generica come nei versi dell’
Andromeda
e nel brano dell’
Hydra
,
perché tale operazione è attribuita, ai versi 154-161, al Sergardi stesso,
che con un non ancora identificato «ladrone antico socio / vomitaro in
segreto il molinesimo, / di cui nella scrittura in traccia andavano / e nei
grossi volumi dei concili, / ch’ad altro fine voltar non volevano / che
per la destruzion del cristianesimo; / la cui ruvina gli stolti speravano /
trar dagli stessi suoi santi principi». Di questo «ladrone» compare di
Sergardi Gravina parla anche nel
Prologo
all’
Andromeda
, dove dice
che Sergardi ha tratto la sua «plebea maldicenza»
85
«di bocca ad un
ladron notorio»
86
. C’è da chiedersi se questo «ladrone» non sia Cre-
scimbeni che forse per Gravina era «ladrone» perché aveva cercato di
rubargli la paternità delle leggi arcadiche, dicendo che il Roggianese le
aveva soltanto tradotte in latino; lo definisce «antico socio» di
Sergardi, probabilmente perché quest’ultimo in occasione della crisi
arcadica aveva preso posizione dalla parte di Crescimbeni. Tanto più
che in alcuni versi successivi Gravina fa riferimento al forte legame di
Sergardi con la vecchia Arcadia, essendo Sergardi «principe / di tutti i
semidotti dell’Italia, / e dei rettori della prisca Arcadia», i cui compo-
nenti conoscono il latino solo per aver letto le sue satire, scritte per
giunta in maniera sgrammaticata
87
e in «stil da refettorio»
88
. Le pole-
miche letterarie di Gravina con la vecchia Arcadia erano strettamente
collegate a quelle politiche, dal momento che c’era uno strettissimo le-
game tra Arcadia e ambienti curiali, dimostrata anche dal fatto che, co-
me avverte Quondam, nel corso della crisi arcadica Crescimbeni aveva
tentato pressioni «su gruppi curiali conservatori e sullo stesso pon-
tefice» «come dimostrano una serie di scritture, raccolte nell’Archivio
dell’Arcadia, nel tomo XIX dei mss., indirizzate al Pontefice per ri-
chiederne l’intervento diretto con l’intento di soffocare lo ‘scandalo’
della crisi arcadica»
89
.
Da questi
Prologhi
traspare un ulteriore elemento presente nei dician-
nove versi incriminati dell’
Andromeda
: come in questi ultimi nessuno si
oppone alle false affermazioni dei sacerdoti, chi per ignoranza chi per
paura (questi sacerdoti infatti uccidono ogni avversario), così nel
Prologo
85
Prologo dell’
Andromeda, p. 289, v. 136.
86
Ivi, v. 137.
87
Ivi, v. 153.
88
Ivi, v. 154.
89
A. Q
UONDAM
,
Addenda graviniana
,
cit., p. 285 e n.