«IPSI CAUDA SCORPIONIS IN ICTU FUIT»
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loghi
inediti) e non si fa alcun riferimento a Settano. Nel
Prologo
senza
titolo dell’Ottoboniano, invece, sono presenti riferimenti alla figura di
Palamede, alle
Satire
di Settano e al fatto che Gravina aveva già ricevu-
to critiche al suo
Palamede
. Ma vediamo da vicino cosa è stato elimina-
to del
Prologo
manoscritto del
Palamede
nel
Prologo
generale alle
Tra-
gedie
del ’12.
Devo premettere che, in base al confronto tra il
Prologo
manoscrit-
to e quello edito nel 1712, ho scoperto che chi ha assemblato le carte
del
Prologo
nell’Ottoboniano ha commesso un errore: le carte da 41r a
42v in realtà vanno tolte dalla loro collocazione e inserite, in blocco,
dopo la c. 37v (e prima della 38r). L’attacco del
Prologo
manoscrittto è
identico a quello del
Prologo
edito nel 1712 (tranne che per lievissimi
cambiamenti di punteggiatura e di grafia): le carte 37r-37v, da 41r a
42v, 38r e 38v coincidono con le prime sei pagine del
Prologo
edito.
Ma le carte 39r e 39v e una parte della c. 43r (a partire dal verso «ma
questi nostri censori primarij») e le carte 43v e 44r non sono state pub-
blicate, proprio perché entrano nel vivo della polemica con Sergardi.
Alle carte 43r-43v (immediatamente dopo otto versi presenti nel
Prolo-
go
edito
114
) è presente uno spunto di polemica molto interessante e ri-
masto inedito: i versi sono la risposta a una critica al
Palamede
che era
stata rivolta a Gravina (evidentemente in occasione di una rappresen-
tazione della tragedia, o si deve presumere che Gravina avesse fatto
circolare il manoscritto delle
Tragedie
prima della loro pubblicazione)
e fanno riferimento esplicito alle
Satire
:
Ma questi nostri censori primarij,
Che danno di virtù sì bella imagine,
Col lor costume, e con le loro satire,
Far non solo pretendon da Virgilio
Ma da Catone, Bruto, e Marco Curio:
Che voglion con la voce parer vindici
Della pietà lacerata con l’opera:
E ’l Palamede d’empietate accusano
Sol perché de’ gentili il sacerdozio
Impiega troppo all’umana politica:
Quasi altrimenti lo rappresentassero
Tertulliano, Arnobio, e il dotto Origene
114
Prologo
,
pagina ottava, da «Portato è fuori del confine etereo» fino a «Che
supera lo stato, e sorte reggia».
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