ANNARITA PLACELLA
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Quest’ultima pagina è di estrema importanza, in quanto Gravina
parla di un suo progetto, mai manifestato in altri suoi scritti conosciuti
fin ora, di scrivere delle commedie contro gli avversari
116
.
Infine sarà il caso di accennare all’inserimento, nel
Prologo
edito nel
1712, p. 3, di un brano assente nel
Prologo
inedito dell’Ottoboniano, c.
42r. Si tratta dell’elogio del Papa che era stato citato, come si è visto
sopra, da Bertolotti nella sua prima relazione per dimostrare che Gravina
nei famigerati 19 versi dell’
Andromeda
non se la prende con il Papa. Non
è da escludere che Gravina nell’edizione del
12 abbia inserito questi
versi proprio per prevenire ulteriori accuse (oltre a quelle che già aveva
ricevuto, e dalle quali infatti si difende nei
Prologhi
dell’Ottoboniano) su
un suo presunto attacco, nelle
Tragedie
, alle gerarchie ecclesiastiche e al
Pontefice: in effetti Bertolotti cita quel brano proprio per scagionare
Gravina da tali accuse. Non sarà inutile ribadire che è molto facile che gli
«avversarij» di cui parla Gravina e che stanno dietro le
Satire
di Settano
siano poi gli stessi che lo hanno denunziato al Sant’Uffizio. Oltre che nei
quattro
Prologhi
editi da Quondam e nel Prologo rimasto inedito appena
citato, Gravina si sofferma sui suoi accusatori nel
Prologo
generale alle
Tragedie
nell’edizione del 1712. In quest’ultimo Gravina dichiara che
nelle sue tragedie riduce «a vista pubblica» i «gravi error» dei suoi nemi-
ci, «per legge di difesa propria»
117
. Riprende il discorso presente, come
s’è visto, nei
Prologhi
editi da Quondam, della sua estraneità a qualsiasi
«cortigiana ambizione, e misera, / Che con la vana speranza di pre-
mio / Adduce l’uomo in catena perpetua»
118
.
La denunzia contro le
Tragedie
aveva dunque molto probabilmente
lo stesso scopo della campagna denigratoria contro Gravina delle
Sati-
re
settaniane, scopo che si era prefissato poi anche Capasso nel deride-
re le
Tragedie
: quello, cioè, di screditare Gravina, le sue idee, le sue
opere. Probabilmente la denunzia riguardò le Tragedie per lo stesso
motivo per cui Capasso le prese di mira: perché esse velatamente accu-
savano, come s’è visto, diverse persone, in particolare nei versi non a
caso presi di mira dai consultori dell’Indice; è possibile che il denun-
116
Non è da escludere che con «commedie» Gravina si riferisca alle
Verrine
, che non
ha mai pubblicato e che sono andate perse, come dice lo stesso Quondam, il quale però,
come ho già accennato, ha trovato un frammento di
Dialogo sulla Satira
alla Biblioteca
Nazionale di Napoli. Per la questione delle
Verrine
e del
Dialogo sulla Satira
ho già citato
A. S
ARUBBI
,
Introduzione
, pp. 25-26 n. e A. Q
UONDAM
,
Cultura e ideologia
, pp. 104-106.
117
Prologo
, pagina quarta
.
118
Ivi, pagina ottava. Già alla pagina quarta
aveva detto di se stesso: «dalla Corte
non attende premio,/ onde non teme, che gliel tolga l’odio».
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