«IPSI CAUDA SCORPIONIS IN ICTU FUIT»
115
Nel
Femia sentenziato
al personaggio di Bione-Gravina sono dedi-
cate la seconda scena dell’Atto terzo e le prime due scene dell’Atto
quarto (delle quali la prima scena è un monologo di Bione; nella se-
conda questi dialoga con Mercurio) e la scena prima dell’atto quinto.
Come si sa, l’opera
si svolge nell’Ade, dove Maffei-Femia, che è appe-
na arrivato, deve essere giudicato per poter ricevere la sua destinazione
ultraterrena. Prospero Viani, curatore dell’edizione del 1869, come di-
chiara nella sua
Avvertenza
,
ha messo in nota le postille autografe che
Martello aveva apportato alla copia stampata a lui stesso appartenuta,
copia che Viani utilizza per la sua edizione
140
. Nella postilla inserita al-
l’altezza dell’entrata in scena di Bione, Martello presenta Gravina,
morto da sei anni, con tre caratteristiche che ne sintetizzano la figura:
la prima è che fu perseguitato da Sergardi, la seconda che scrisse il
De
origine
e «altri opuscoli pieni di eloquenza», la terza è una critica alle
sue
Tragedie
: «Infelicemente imprese l’arte poetica insegnandola et
esercitandola in alcune tragedie»
141
. Sin dalla sua entrata in scena, Bione
è subito satireggiato: Femia prende per primo la parola e così gli si
rivolge: «Bione amico, / Nove del tuo persecutor Settano / Recarti io
posso»
142
, ben sapendo di mettere cinicamente il dito nella piaga, dal
momento che Settano e le sue
Satire
rimasero realmente, come abbiamo
visto, un chiodo fisso per Gravina.
Un altro elemento di satira nei confronti di Gravina presente nel
Femia sentenziato
è l’allusione al suo carattere irascibile e al suo esser-
sela presa troppo per gli attacchi sia di Settano che dello stesso Martel-
lo: Bione stesso spiega a Femia
143
che egli, pur essendo morto da tanti
anni, non può ancora accedere agli Elisi, ma deve fermarsi nel vestibo-
lo, perché troppo appesantito dalla rabbia nei confronti di Mirtilo-
Martello. Nell’aldilà raffigurato nel
Femia sentenziato
,
infatti, vige una
teoria dell’anima dopo la morte alquanto bizzarra: sono «ombre» quel-
le, come Bione, ancora non purgate dalle umane passioni e che perciò
non possono accedere ancora agli Elisi finché non si purgheranno
completamente durante la loro sosta al vestibolo: sono «anime» quelle
come Mirtilo che viene presentato sin dall’inizio come abitante degli
140
P. V
IANI
,
Avvertenza
premessa a M
ARTELLO
,
op. cit.
, p. XII.
141
M
ARTELLO
,
op. cit.
, Atto III, scena II, p. 112, nota 2.
142
Ivi, p. 112. Martello, nel suo
Della rititata del Femia. Lettera inedita di Pier Iaco-
po Martello
, ivi, pp. 139-208, p. 154, ribadisce il nome di Sergardi come persecutore di
Gravina con le sue
Satire
.
143
P. J. M
ARTELLO
,
Il Femia sentenziato
, Atto III, scena II, pp. 114-115.