ENRICONUZZO
12
mare viceversa un modello di ricerca sorretto da una concezione che poi
si sarebbe definita nei termini della «filosofia come sapere storico».
Quest’ultimo modello, solidificatosi per via di diversi apporti (tra i
quali assai importanti quelli derivanti dall’incontro con lo storicismo di
Gramsci negli anni ’40-’50), aveva, si sa, lontane fondamenta non idea-
listiche, quando non antiidealistiche. Di tenore non idealistico, anti-
idealistico, e invece portato di una formazione positivistica, era stata
per Garin l’importante lezione di ‘pluralismo storiografico’ (oltre che
di ‘pluralismo etico’), come si potrebbe dire, del maestro Ludovico Li-
mentani (a non richiamare altre voci, come quella di De Sarlo, etc.). In
tale lezione risultavano intrecciate una forte ispirazione morale della
visione del filosofare ed una concezione ‘limitata’ della ragione di ma-
trice illuministica (con Hume e Kant in primo luogo), e quindi un pe-
culiare interesse problematico-tematico al secolo dei lumi ‘trasmesso’
al giovane Garin con il lavoro di tesi sui ‘moralisti’ inglesi del Settecen-
to, divenuto poi il libro che porta la data del 1941
5
: un complesso di
posizioni e di interessi senza tenere presenti i quali non si intende bene
– si può già cominciare ad osservare – la configurazione e il significato
(poi piuttosto stabili) assegnati da Garin alla stagione settecentesca (ed
entro di essa a Vico) in una ‘storia umanistica della modernità’.
Ciò detto, proprio questa precoce configurazione di una posizione
autonoma sul piano storiografico, palesemente collegata a più o meno
esplicite posizioni o inflessioni teoriche, poneva il ‘giovane Garin’ nella
condizione di un inevitabile confronto con la predominante comples-
siva prospettiva neoidealistica, in un tempo peraltro già di ‘difficoltà’,
se non di ‘crisi’, di questa.
La riflessione di Croce in materia di filosofia e storia della filosofia,
di filosofia e cultura, si sarebbe rivelata e sarebbe stata riconosciuta co-
me più consentanea ad un’ispirazione antispeculativa e antisistematica,
infastidita della «fissazione del Problema, del grande Problema»
6
.
5
Si ricordi in proposito già il libro di L. L
IMENTANI
,
La morale della simpatia. Sag-
gio sopra l’etica di A. Smith nella storia del pensiero inglese
, Genova, 1914.
6
E. G
ARIN
,
L’«unità» nella storiografia filosofica
, cit., p. 49. Fra le molte pagine
di Garin su Croce – a parte le
Cronache di filosofia italiana (1900-1943)
– si ricordi-
no almeno i saggi
Benedetto Croce o della «separazione impossibile» fra politica e cul-
tura
, in «Belfagor» XXI (1966), pp. 662-680, e soprattutto
Appunti sulla formazione
e su alcuni caratteri del pensiero crociano
, capitolo I (pp. 3-32) del volume
Intellet-
tuali italiani del secolo XX
, Roma, 1974, nel quale venne riedito anche il testo prece-
dentemente citato. È stato giustamente osservato che su Garin «la frequentazione
1...,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11 13,14,15,16,17,18,19,20,21,22,...280