TADAOUEMURA
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Un’ulteriore ragione che mi portò a leggere Vico fu il tentativo hus-
serliano di realizzare la scienza del mondo-della-vita attraverso la me-
diazione del linguaggio. Nell’intenzione di Husserl questo tentativo
traeva probabilmente origine dai suoi rapporti con l’ermeneutica di
Dilthey e di Heidegger. In ogni caso, quando seppi che Husserl aveva
concepito la sua idea muovendo dal punto di partenza del mondo-della-
vita come ambito dell’originaria formazione di senso, pensai in primo
luogo e particolarmente al metodo filologico di Motoori Norinaga
(1730-1801). Nel capitolo introduttivo ai 48 volumi del suo
Kojiki-Den
[Commentario sulla cronaca antica del Giappone, 1790-1797], Motoori
illustra infatti il suo metodo, che consiste nel cogliere unitariamente ‘co-
se/eventi’ [
koto
] e ‘intenzioni/significati’ [
kokoro
] in ‘parole’ [
kotoba
], e
di interpretare il mondo in conformità alla ‘scena pratica del linguaggio’
[
monoii no sama
]
6
. In questo senso, Motoori certamente anticipa
Husserl. Ma se Motoori è un anticipatore dell’Husserl centrato sul lin-
guaggio, non si sarebbe potuto dire lo stesso di Vico? Questo era ciò
che mi aspettavo.
4. Come avevo sentito dire,
La Scienza nuova
era un libro estrema-
mente difficile, ma anche ricco di implicazioni e suggestioni. E non
c’era dubbio che, tanto nell’idea quanto nel metodo, vi fosse qualcosa
di affine a Husserl e a Motoori.
Il brano che apre la sezione intitolata «Del metodo» nel primo libro
della versione 1744 della
Scienza nuova
è un buon esempio. Vico inizia
con lo scrivere che «questa Scienza [deve] cominciare donde ne inco-
minciò la materia»
7
. Come mostra il titolo completo,
Principi di Scienza
nuova d’intorno alla comune natura delle nazioni
, quest’opera mira a
spiegare la ‘natura comune’ delle nazioni, e il suo oggetto è l’‘umanità’
(
humanitas
). Perciò si richiede di iniziare a ragionare dal punto in cui
si istituisce l’umanità, quando i primi uomini del mondo gentile inizia-
rono «a umanamente pensare». Tuttavia, dice Vico, «ci è affatto niega-
to d’immaginare e solamente a gran pena ci è permesso d’intendere»
questo stato primitivo, e aggiunge: «per rinvenire la guisa di tal primo
6
Cfr. N. M
OTOORI
,
Zenshu
[Opere], vol. IX, Tokyo, Chikuma Shobo, 1978, p. 33.
7
G. V
ICO
,
La Scienza nuova seconda giusta l’edizione del 1744 con le varianti del-
l’edizione del 1730 e di due redazioni intermedie inedite
[d’ora in poi
Sn44
],
a cura di
F. Nicolini, Bari, 1953
4
, capov. 338, p. 123.
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