TADAOUEMURA
128
turale di senso» che, nel capitolo «Galileis Mathematisierung der
Natur» e nella corrispondente Appendice «Die Frage nach dem Ur-
sprung der Geometrie» della
Krisis,
Husserl presupponeva a fonda-
mento del mondo-della-vita
14
.
Ero divenuto completamente prigioniero di Vico.
5. D’altra parte, per diversi anni dopo il 1968 ho dedicato gran par-
te del mio tempo al
De nostri temporis studiorum ratione
– l’Orazione
inaugurale
tenuta da Vico all’Università di Napoli nel 1708 – princi-
palmente per la ragione che ora esporrò.
In generale, il metodo è funzione del fine. Quando l’Europa mo-
derna acquisì un nuovo metodo con Descartes, c’era una chiara consa-
pevolezza circa il fine della scienza: vale a dire, la Verità. Secondo
Descartes, la verità era il fine ultimo e unico della scienza, e come reci-
ta il titolo completo del
Discours de la Méthode
(1637), il metodo servi-
va innanzitutto «per la buona condotta della propria ragione e per la
ricerca delle verità nelle scienze».
Ma è già da molto tempo che siamo divenuti consapevoli della crisi
del moderno metodo degli studi europeo concepito da Descartes.
Quanto più perfezioniamo il metodo in nome della certezza scientifica,
tanto più perdiamo la significatività delle scienze per la vita: al giorno
d’oggi possiamo ritrovare ovunque una simile condizione ambivalente,
come evidenziato da Nietzsche nella seconda delle sue
Unzeitgemässse
Betrachtungen
:
Vom Nutzen und Nachteil der Historie für das Leben
(1874), e confermato da Husserl all’inizio della
Krisis
.
Ora, io trovavo che era stato proprio il
De ratione
a costituire il pri-
mo momento di critica radicale del metodo cartesiano.
In primo luogo, ecco il giudizio critico di Vico, laconico ma pene-
trante, sul metodo geometrico introdotto nelle scienze fisiche, che rap-
presentava la caratteristica più notevole della rivoluzione scientifica del
XVII secolo:
Perciò i fisici moderni assomigliano a coloro che hanno ereditato palazzi,
ove nulla manca per magnificenza e comodità, onde non resta loro che mutar
di posto la copiosa suppellettile o abbellire la casa di qualche lieve ornamento,
14
Cfr. E. H
USSERL
,
Die Krisis der europäischen Wissenschaften und die transzen-
dentale Phänomenologie
, hrsg. v. W. Biemel, Haag, 1962
2
, pp. 20-60, 365-386 [tr. it.
La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale
, Milano, 1961, pp. 53-
88, 380-405].
1...,118,119,120,121,122,123,124,125,126,127 129,130,131,132,133,134,135,136,137,138,...280