GIAMBATTISTA VICO NELLA CRISI DELLE SCIENZE EUROPEE
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10. Dieci anni dopo la pubblicazione di
Vico no Kaigi
, concentravo
i miei sforzi per spiegare il ‘Vico barocco’. Anche questa volta a spin-
germi a meditare un simile argomento, e tanto dispendioso in termini
di tempo, è stato un saggio di Biagio de Giovanni,
Vico barocco
, per
l’appunto, pubblicato nell’autunno 1982.
Muovendo da una rivalutazione dell’interpretazione filologica e
dichiaratamente anti-crociana della
Scienza nuova
di Auerbach, come è
noto, de Giovanni
richiamava l’attenzione, in primo luogo e innanzi-
tutto, sulla forma dell’opera in quanto
rappresentazione
, individuando,
in particolare, uno spirito tipicamente barocco nella «Dipintura pro-
posta al frontespizio che serve per l’introduzione dell’opera»
35
.
Stimolato dalle osservazioni di de Giovanni, e con l’ausilio dell’erudi-
zione di Mario Praz e dei suoi
Studies in Seventeenth-Century Imagery
(1964), cominciai innanzitutto ad esaminare la donna con le tempie
alate che nella Dipintura sovrasta il globo o mondo della natura. E la
mia conclusione al riguardo fu che la donna, chiamata Metafisica,
avrebbe potuto identificarsi piuttosto con la Vita Contemplativa.
La donna, come si è detto, si chiama Metafisica, ma sorprendente-
mente, nella versione ampliata del 1611 dell’
Iconologia
di Cesare Ripa,
il paragrafo dedicato alla ‘Metafisica’ non contiene alcun riferimento
alle tempie alate. Troviamo invece la donna con le tempie alate nel pa-
ragrafo dedicato alla ‘Vita Contemplativa’
36
, che peraltro ben si accor-
da con l’affermazione di Vico – assente nella descrizione della ‘Meta-
fisica’ di Ripa – secondo cui la Metafisica «contempla in Dio il mondo
delle menti umane»
37
. A questo proposito Paolo Rossi avanza l’ipotesi
che nell’
Iconologia
di Ripa la donna possa essere il risultato di una
«contaminazione» di Metafisica per un verso, e di Scienza e Matemati-
ca per un altro
38
. Personalmente, non ne sono convinto.
Ho tentato poi una riflessione sul significato dell’enigmatica espres-
sione ‘contemplare in Dio il mondo delle menti umane’. In verità, essa
compare solamente in questo luogo; mentre la frase: ‘conoscere la
mente dell’uomo in Dio’, compare due volte nella
Scienza nuova
e una
nel
De antiquissima
:
35
Cfr. B.
DE
G
IOVANNI
,
Vico barocco
, in «Il Centauro» II (1982), 6, pp. 53-69.
36
Cfr. C. R
IPA
,
Iconologia
, Padova, Tozzi, 1611; rist. anast., New York-London,
1976, pp. 350, 544.
37
Sn44
, capov. 2, p. 5.
38
Cfr. P. R
OSSI
,
Le sterminate antichità
.
Studi vichiani
, Pisa, 1969, pp. 184-185.