TADAOUEMURA
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Nakazawa Shin-ichi,
Mori no Barokku
[
La foresta barocca
]
49
, dedicato a
Minakata Kumagusu, un pioniere dell’etnologia in Giappone, ho
centrato l’attenzione soprattutto sull’affinità di stile di pensiero tra
Minakata e Vico, che consiste nella rottura della logica come ‘forma-
sonata’ e nel salto catastrofico – o nella
metabasis
aristotelica – da un
livello a un altro affatto eterogeneo.
12. Attualmente sono impegnato a ripensare il ‘problema dell’ini-
zio’ proposto da Edward W. Said.
In
Beginnings
(1975), Said pone come epigrafe la degnità CVI: «Le
dottrine debbono cominciare da quando cominciano le materie che
trattano» e, oltre a dedicare il capitolo conclusivo a
Vico in His Work
and in This
[Vico nella sua opera e in questa], fa nel primo un’afferma-
zione significativa su cosa sia da intendersi per inizio, o inizi:
Quando oggi si scrive di critica letteraria non è più consentito immaginare di
scrivere all’interno di una tradizione. Ciò non vuol dire, tuttavia, che ogni critico
sia un rivoluzionario che distrugge un criterio per sostituirlo con il proprio.
Migliore è l’immagine del girovago che vaga da un luogo a un altro in cerca della
propria materia, rimanendo però un uomo essenzialmente
fra
più dimore
50
.
Ho tentato finora di mostrare che nel momento in cui il critico letterario
moderno inizia a scrivere, non può affatto trovarsi a suo agio all’interno di
una tradizione dinastica […]. Egli deve quindi intraprendere il proprio lavoro
con spirito d’iniziativa. Deve inoltre cercare un punto di partenza più idoneo,
un diverso
topos
, per il suo studio. Ho suggerito, molto approssimativamente,
che un simile
topos
sia l’‘inizio’, o gli ‘inizi’ […]. Gli inizi inaugurano una
produzione di significato deliberatamente
altra
, gentile (in contrapposizione a
sacra). È ‘altra’ perché, nello scrivere, questa produzione gentile reclama uno
status
a fianco
di altri lavori: è un altro lavoro, piuttosto che un lavoro in una
linea discendente che va da X a Y
51
.
49
S. N
AKAZAWA
,
Mori no barokku
, Tôkyô, Serika Shobô, 1992.
50
«It is less permissible today to imagine oneself as writing within a tradition when
one writes literary criticism. This is not to say, however, that every critic is now a revolu-
tionist destroying the canon in order to replace it with his own. A better image is that of
a wanderer, going from place to place for his material, but remaining a man essentially
between
homes» (E. W. S
AID
,
Beginnings. Intention and Method
, New York, 1975, p. 8).
51
«I have so far tried to show that when the modern literary critic begins to write
he cannot sustain himself at all well in a dynastic tradition […]. He must therefore
undertake his work with initiative. He, too, must seek a more suitable point of
departure, a different
topos
, for his study. I have been hinting very broadly that such a
topos
is the ‘beginning’ or ‘beginnings’ […]. Beginnings inaugurate a deliberately
other
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