MONICA RICCIO
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lo Stato che
attualmente
sembra il più forte del mondo è quello dei Turchi:
popoli anch’essi educati al rispetto delle armi e al disprezzo delle lettere.
Trovo che Roma fu più forte prima di diventare sapiente. Ai nostri giorni le
nazioni più bellicose sono le più rozze e ignoranti
1
.
Il discorso sull’utilità o il danno degli studi per la vita attiva, per
l’esercizio del potere politico e militare rappresenterà, per parte sua, luo-
go comune persistente del pensiero moderno, anch’esso declinato natu-
ralmente in modo diverso secondo i tempi e le circostanze. All’interno di
queste diverse declinazioni i Turchi mantengono però fissa l’icona di po-
polo senza lettere, rozzo ma potente. Due secoli dopo, Giambattista Vico
offrirà in una delle sue
Orazioni inaugurali
una lettura specularmente op-
posta a quella di Montaigne del rapporto tra potenza militare e sviluppo
delle lettere; lettura nella quale l’esempio dei Turchi potenti ed ignoranti
non viene modificato, ma curvato secondo un’interpretazione decisa-
mente originale
2
. Di questo, però, diremo più oltre.
La potenza dello Stato turco è fondata, per i contemporanei, non
solo su un carattere estraneo e ‘barbarico’ come il disprezzo delle let-
tere unito a una forte militarizzazione, ma, soprattutto, su un regime
politico che fa orrore e ribrezzo, il cui nucleo fondamentale è la servitù
del suo popolo. «Tutta la monarchia del Turco è governata da un
signore, gli altri sono suoi servi»
3
, diceva Machiavelli, nel riportare due
esempi dei «tempi nostri»
4
, i Turchi appunto, e la Francia, da quelli
tanto distante per ‘civiltà’ politica, e non solo.
Eppure l’Impero ottomano sembrava dovere proprio a questi ele-
menti, tanto remoti dalla civile Europa, la sua forza e la sua durata. E
la durata soprattutto è un valore permanente in tutto l’arco della rifles-
sione politica moderna, con i suoi correlati di conservazione e stabilità,
nonostante i profondi, radicali rivolgimenti nella lettura dei fondamen-
ti stessi della politica e della società che la attraversano.
Lo Stato turco presentava valori come potenza, durata, estensione
spaziale, in modo nuovo rispetto al glorioso esempio dei Romani, sem-
1
M.
DE
M
ONTAIGNE
,
Saggi
, 2 voll., a cura di F. Garavini, Milano, 1992, vol. I, cap.
XXV, p. 189; corsivo mio.
2
Cfr. G. V
ICO
,
V Orazione
[d’ora in poi
Or. V
], in I
D
.,
Le Orazioni inaugurali I-VI
,
a cura di G. G. Visconti, Bologna, 1982, p. 177.
3
N. M
ACHIAVELLI
,
Il Principe
, in
Il Principe e le Deche
, Milano, 1966, p. 62.
4
Ivi, p. 61.