MONICA RICCIO
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la forza non differisce molto dalla sovranità «per istituzione»: entrambi
nascono dalla paura. La servitù, in un dominio acquistato in guerra –
«che qualcuno chiama dispotico, da
despòtes
, signore o padrone» –
non ne deriva direttamente, ma da un successivo consenso del vinto
14
.
Se queste poche citazioni non rendono certo giustizia alla comples-
sità della teorizzazione e di Hobbes e di Spinoza, possono però fornir-
ci una chiave di lettura sufficiente di un passaggio cruciale nella ‘ricor-
renza’ dell’
exemplum
turco nel pensiero politico moderno. Il nucleo
del riferimento spinoziano, pur se porta, come si è visto, accenti e temi
consueti, indica e si innesta sul terreno di un profondo travaglio della
riflessione europea, travaglio relativo alla
propria
‘civiltà’ politica; l’ar-
gomentazione spinoziana conduce infatti non tanto a lontani luoghi di
barbarie, ma al cuore delle monarchie europee.
E proprio all’interno della monarchia europea che Machiavelli ave-
va opposto, a quella del ‘Turco’, la Francia; pressappoco negli stessi
anni della stesura del
Trattato politico
, il riferimento ai Turchi comin-
cia ad assumere fisionomie nuove, guadagna maggiore spazio, perde in
parte i caratteri dell’‘irruzione’ a volte quasi peregrina, e si congiunge
al primo incerto riaffiorare, nelle scritture politiche, del termine e del
concetto di dispotismo. Il termine greco nella sua accezione aristoteli-
ca, passando al latino e alle lingue moderne era infatti caduto vittima
di una sorta di interdizione, con le prime significative eccezioni in
Hobbes, come si è accennato, e in Bayle
15
. Bando o interdizione com-
prensibile alla luce, anche, della profonda revisione dei modi di pensa-
re la politica. Non è questo naturalmente il luogo per affrontare le vi-
cissitudini e le metamorfosi di questo concetto cruciale, che giungono
poi alle formulazioni innovative dell’
Esprit des Lois
di Montesquieu;
interessa vedere, piuttosto, come e in che misura i luoghi comuni sul
modello politico turco confluiscano nelle nuove raffigurazioni del go-
verno dispotico. Una prima chiara indicazione è offerta dalla lettera-
tura polemica francese nella seconda metà del XVII secolo, della
Fronda prima, contro la monarchia assoluta di Luigi XIV poi. Una let-
teratura di
pamphlets
che non si allontana dal carattere polemico e non
guadagna quindi il terreno di un’autentica riflessione politica, ma che
14
Ivi, cap. 20, p. 169.
15
Si veda a proposito l’ancora imprescindibile lavoro di R. K
OEBNER
,
Despot and
despotism: vicissitudes of a political term
, in «Journal of the Warburg and Courtauld
Institutes» XIV (1951) 1-2, pp. 275-302 (su Hobbes le pp. 288-292).
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