MODELLI POLITICI EUROPEI E ‘BARBARIE’ TURCA
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e prova solo, appunto, l’estrema durezza e ferocia dei costumi turchi,
che sono stati poi, a ben vedere, per molto tempo i costumi dell’Euro-
pa cristiana, testimoniati da innumerevoli episodi di barbarie
33
:
Ci si sbaglierebbe di grosso se si pensasse che queste barbarie fossero la
conseguenza di un potere assoluto. Nessun principe cristiano era dispotico, e
il
Grand Seigneur
non lo è di più
34
.
I principi cristiani non
erano
dispotici, il
Grand Seigneur
turco,
analogamente, non lo
è
. Voltaire dunque, risolveva l’inquietante evoca-
zione – insita nel concetto stesso di governo dispotico – di possibili af-
finità tra le monarchie europee, quella francese soprattutto, e l’impero
turco, stabilendo sì una distanza, fondata però non su presunte diffe-
renze istituzionali – troppo deboli, evidentemente, e non sostenute da
fatti analizzati senza pregiudizi – ma sull’analogia con un diverso, più
arretrato grado di sviluppo e di civiltà: quello dell’Europa cristiana
medioevale, luogo storico di oscurità, di superstizione e di barbarie, si-
deralmente lontana dall’Europa dei Lumi.
Ancora nel Settecento, quindi, i Turchi non cessavano di apparire di-
stanti, e non si cessava di rimarcare questa distanza, per motivi e con ar-
gomenti certo differenti rispetto ai secoli precedenti, ma sempre con il
timore sotteso di una qualche prossimità; nel Settecento, lo si è visto pur
se sommariamente, fu proprio la riflessione sulle ‘illuminate’ monarchie
europee a condurre ad una ridefinizione di quella distanza, a testimo-
nianza di un travaglio già presagio di crisi. E, ancora, la lunga durata
della potenza turca, nonostante i suoi caratteri così estranei alla ‘civiltà’
europea, rappresentava una sorta di enigma. Ma nel secolo dei Lumi
non lo si poteva lasciare del tutto insoluto, né accontentarsi di attribuire
la ‘permanenza’ dell’Impero ottomano ad una «causa soprannaturale»,
come aveva fatto Ricaut
35
. Il tentativo, come quello di Voltaire, di risolu-
zione di questo enigma attraverso una lettura filosofica della storia, rap-
presenta certamente un elemento nuovo nel lungo itinerario compiuto
dall’
exemplum
dei Turchi nella riflessione della modernità.
Vogliamo qui ricordare, in conclusione, un approccio alla questione
della potenza durevole dei Turchi compiuto anch’esso nel secolo dei
Lumi, e sullo stesso terreno dell’
Essai
voltairiano, quello, appunto, della
33
Cfr. ivi, pp. 833-834.
34
Ivi, p. 835.
35
Voltaire, nell’
Essai
, stigmatizzava tra l’altro proprio quest’affermazione di Ricaut
(cfr. ivi, p. 837).