GIUSEPPE CACCIATORE
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zanti della riflessione vichiana vengano analizzati e valorizzati proprio
a partire da una lettura differenziale di Vico e di un altro grande auto-
re caro a Trabant: Wilhelm von Humboldt. È ben vero, ad esempio,
che ambedue i filosofi assegnano un ruolo centrale alla fantasia, ma
mentre Vico resta vincolato ad una origine sensibile-empirica di essa,
Humboldt sviluppa in senso kantiano il discorso sulla immaginazione
produttiva come facoltà conoscitiva autonoma. Sulla scia delle indica-
zioni del suo maestro – Eugenio Coseriu
4
– Trabant ha approfondito il
rilevante tema della connessione tra linguaggio verbale e complessità
semiotica di tutto il variegato mondo linguistico e meta-linguistico del-
l’esperienza umana. Da questo punto di vista, Vico costituisce un labo-
ratorio prezioso (entro il quale Trabant si muove grazie ad una cono-
scenza accurata dei testi) per ricostruire una teoria linguistica basata sui
segni: una vera e propria
Sematologia
. Con essa, insomma, si vuole in-
tendere che quella di Vico più che essere una tradizionale filosofia del
linguaggio è, piuttosto, una teoria dei segni che coinvolge non soltanto il
particolare approccio di Vico alle questioni della lingua, ma, più in ge-
nerale, i profili più importanti della sua intera riflessione filosofica.
Uno dei passaggi del libro di Trabant su cui maggiormente vorrei
soffermarmi e discutere è quello che viene annunciato nella premessa e
sviluppato nell’ultimo capitolo, intitolato «Grido, canto, voci»
.
Qui il
tema di come sia sostenibile una attualità di Vico riceve, sia pur indi-
rettamente, una conferma affidata alla permanenza, a fronte di una rin-
novata «barbarie della riflessione» che acuisce in quest’epoca postmo-
derna e postilluministica la distanza tra corpo e mente, di una ipotesi
di mediazione che trova le sue radici nel «vecchio Umano»
5
, come lo
chiama Trabant, cioè nella tradizione di un umanesimo che travalica i
suoi confini epocali. Su quanto incida l’idea della corporeità primor-
diale nella genesi del pensiero umano e dello stesso mondo civile, vi è
tra gli studiosi un ampio consenso, che ebbe, tra l’altro, modo di mani-
festarsi proprio qui a Napoli in occasione del convegno organizzato
dalle Università di Napoli, Salerno e Cagliari e dall’Istituto di studi sul
pensiero filosofico e scientifico moderno del CNR che aveva ad
oggetto proprio l’analisi delle facoltà del corpo
6
. Posizioni analoghe,
4
Cfr. il fondamentale libro di E. C
OSERIU
,
Die Geschichte der Sprachphilosophie
von der Antike bis zur Gegenwart
, Tübingen, 1972.
5
CeV
, p. 8.
6
Di quel convegno si vedano ora gli atti:
Il corpo e le sue facoltà. G. Vico
, a cura di
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