NOTE SU
CENNI E VOCI. SAGGI DI SEMATOLOGIA VICHIANA
DI JÜRGEN TRABANT
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sia pur più incentrate sui temi della storia e dell’etica, ho io stesso so-
stenuto non solo nel volume innanzi citato ma in altri numerosi saggi
7
.
Cosicché mi sembra di poter condividere una interpretazione che non
intende ricondurre Vico ad una inesistente filosofia materiale della
sensibilità, ma di segnalare, piuttosto, la formulazione di una idea –
oserei dire quasi pre-fenomenologica – che insiste
sulla spiritualità, sull’intelligenza del corpo e difende con ciò la corporeità del
pensiero, la corpulenza del cogitare. Vico difende il corpo contro l’idealismo,
il razionalismo, il purismo intellettualistico
8
.
E, tuttavia, dalla corporeità filosofica di Vico non si vuole certo
passare ad una esaltazione del materialismo dei corpi artificiosi creati e
indotti dalla contemporanea società dei consumi e delle immagini
fittizie. È proprio Vico che può aiutarci – secondo la suggestiva e inte-
ressante lettura di Trabant – a combattere questa nuova barbarie del
‘corporismo assoluto’, dei nuovi bestioni che sono più pericolosi di
quelli vichiani, giacché alla barbarie del senso si aggiunge quella della
razionalità tecnologica delle protesi e dei cyborg.
Memoria, fantasia ed ingegno, su cui si baserebbe un nuovo ricorso delle
cose umane, sono assenti da questi grandi corpi. Una fine della storia che
Vico non prevedeva: la coincidenza della bestialità con il regno assoluto della
ragione, la barbarie della riflessione
9
.
G. Cacciatore, V. Gessa Kurotschka, E. Nuzzo, M. Sanna e A. Scognamiglio, in «La-
boratorio dell’ISPF» II (2005) 1:
.
7
Proprio nel volume collettaneo citato nella nota precedente si può leggere un mio
intervento:
Le facoltà della mente ‘rintuzzata’ dentro il corpo,
pp. 91-105. Voglio altresì
ricordare due importanti momenti di questa nuova riflessione a più voci sui motivi an-
tropologici, etici e poetico-sensibili della filosofia vichiana: il volume che ho curato
(con V. Gessa-Kurotschka, H. Poser e M. Sanna) su
La filosofia pratica tra metafisica e
antropologia nell’età di Wolff e Vico
, Napoli, 1999; e il volume sempre curato da me in
collaborazione con Gessa, Nuzzo e Sanna,
Il sapere poetico e gli universali fantastici. La
presenza di Vico nella riflessione filosofica contemporanea
, Napoli, 2002. Spunti offerti
a questo comune dibattito si possono ritrovare ancora in G. C
ACCIATORE
,
Simbolo e
segno in Vico. La storia tra fantasia e razionalità
, in «Il Pensiero» XLI (2002) 1, pp. 77-
89; I
D
.,
Passioni e ragione nella filosofia civile di Vico
, in questo «Bollettino» XXXI-
XXXII (2001-2002), pp. 97-114.
8
CeV
, p. 163.
9
Ivi, p. 165.
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