NOTE SU
CENNI E VOCI. SAGGI DI SEMATOLOGIA VICHIANA
DI JÜRGEN TRABANT
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può essere letta solo in chiave di processo storico di perfezionamento e
umanizzazione del linguaggio. Il problema che interessa Vico non è di
questo tipo soltanto. Il suo metodo è assimilabile alle procedure meto-
diche dell’antropologia culturale contemporanea quando indaga le
origini e la struttura delle esperienze mitico-religiose e ne ritrova le
tracce nei secoli a venire. Vico
vuole dimostrare che alla base del linguaggio umano di tutti i giorni, fonico
‘arbitrario’ e fatto di
voci
, c’è un passato di
sémata
cioè di gesti visivi, iconici,
corpi, di
sémata
delle lingue divina ed eroica che ancora operano in essa
23
.
L’altro aspetto interessante della ricostruzione di Trabant è il con-
vincimento – alla luce specialmente dei tratti con cui Vico parla della
prima lingua – che la funzione comunicativa della lingua ha come prin-
cipio la funzione cognitiva. Il problema principale di Vico resta quello
di ‘coltivare il mondo’ più nella cognizione che nella comunicazione
(anche se da un punto di vista della genesi e dell’evoluzione delle for-
me politico-sociale dell’agire umano diventa difficile separare i due
momenti):
La filosofia di Vico è infatti una critica e una decostruzione dell’umanità, e
quindi anche della modernità del linguaggio […]. Anche se il linguaggio
umano è, come afferma la tradizione europea a partire da Aristotele,
ordinary
language
, che sembra servire alla comunicazione e che senza dubbio così
funziona, la sua vera essenza è data tuttavia dal suo passato, e questo passato è
coltura del mondo
e non comunicazione, è profondamente visivo (non fonico),
naturale (non arbitrario), e sacro (non ordinario)
24
.
L’economia del discorso mi impedisce di entrare nel merito delle
successive analisi di Trabant: l’unico parto da cui nascono lingua e
scrittura, l’identificazione originaria tra il segno visivo e la scrittura, il
comune procedere del cantare e dello scrivere, la primazía dello scri-
vere poetico, la funzione dei caratteri poetici (anche dei quali si segna-
la l’essenza fondamentalmente grafica). Mi limito perciò a segnalare
alcune conclusioni importanti dell’analisi di Trabant. Prima fra esse il
convincimento che Vico sia tra i primi a introdurre nel discorso della
modernità il fortissimo nesso tra la scrittura e i processi di conoscenza
e apprensione del mondo.
23
Ivi, p. 49.
24
Ivi, pp. 50-51.