NOTE SU
CENNI E VOCI. SAGGI DI SEMATOLOGIA VICHIANA
DI JÜRGEN TRABANT
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fa della prospettiva umanistica vichiana non, come pure talvolta si è
sostenuto, una antesignana di filosofie progressive della storia, ma piut-
tosto una idea che si basa su quella ‘indeffinita natura della mente uma-
na’, che fa dell’abito umanistico un consapevole pensiero del limite di
una conoscenza umana continuamente esposta a un tragico ritorno alla
barbarie.
G
IUSEPPE
C
ACCIATORE
***
Vico è per me un contemporaneo: un pensatore che fa parte di una delle più
importanti tendenze della filosofia attuale
1
.
Questa modalità di approccio al pensiero di Vico, indicata da
Jürgen Trabant nelle prime pagine del suo libro, una modalità che
condivido e che implica di guardare a quel pensiero con un’ottica che
è quella delle questioni filosofiche contemporanee, fa sì che fra noi e
Vico si instauri un fecondo rapporto. In quale senso Vico è per Trabant
un nostro contemporaneo?
L’orizzonte filosofico in cui Vico pensa è la discussione fra razionalismo
ed empirismo, caratteristica della filosofia del tempo a partire da Descartes,
Bacone e Hobbes. […] Vico fa la sua scelta in questa discussione che occupe-
rà ancora tutto il Settecento europeo: decide appassionatamente di stare dalla
parte di Bacone contro Descartes
2
.
Vico è dunque, per Trabant, un moderno. Vico pone però il pro-
blema moderno di fondare una nuova modalità di fare scienza ricol-
legandosi a Bacone piuttosto che a Descartes:
La scienza nuova di Bacone fa derivare la sua certezza dalla mano e dai
sensi dell’uomo, ovvero dalle loro estensioni (gli strumenti) – in breve dal-
l’esperienza: è una via verso l’esterno verso l’obiettività del mondo. La via di
Descartes è, proprio al contrario, un percorso all’interno del soggetto, dove il
pensiero stesso offre l’unica certezza della verità
3
.
1
CeV
, p. 7.
2
Ivi, pp. 30-31.
3
Ivi, p. 12.