NOTE SU
CENNI E VOCI. SAGGI DI SEMATOLOGIA VICHIANA
DI JÜRGEN TRABANT
193
due diverse istanze interpretative, la ricerca filologica del filosofare
(anche della filosofia del linguaggio) di Vico e l’esigenza di capire gli
apporti di Vico allo sviluppo della linguistica in età moderna e con-
temporanea. A questo dialettico esercizio storiografico non si sottrag-
gono neppure questi
Cenni e voci. Saggi di sematologia vichiana
, che, se
non sbaglio, sembrano accedere, con più compiaciuta attenzione, al
grande, complesso, difficile, tradizionalissimo tema dell’‘attualità’ di
Vico, privilegiato rispetto all’esercizio filologico sulla prosa di Vico,
pur praticato, con sottigliezza critica, ma con l’occhio rivolto a ciò che
è successo dopo Vico. Non che difetti, lo ripeto, e non sia dell’abituale
acutezza, la sottile introspezione delle idee e della prosa di Vico, ma
questa serve a verificare e confermare l’‘attualità’ di Vico, il suo collega-
mento, non già solo tematico, ma concettuale con la filosofia contempo-
ranea. Insomma, anche Trabant non sa resistere, senza temere di smarri-
re altrimenti il gran valore di Vico, all’attualizzazione di Vico, che è una
forma rinnovata dell’antico gusto per il Vico ‘precursore’, in Trabant
certamente più scaltrito ed avvertito di tante passate elucubrazioni della
storiografia vichiana. Su questa strada lo seguono, lo inseguono, lo so-
spingono con entusiasmo i due presentatori napoletani di
Cenni e voci
,
Giuseppe Cacciatore e Vanna Gessa, fin quasi al punto di dichiarare,
come esplicitamente fa la seconda presentatrice, che la filosofia di Vico
serve perché ‘ci mette a disposizione categorie filosofiche ancora rilevan-
ti, categorie filosofiche che però devono essere riesaminate e riarticolate
adeguatamente per poter essere utilizzate nella discussione
contempo-
ranea’, vale a dire un discorso che non riguarda tanto Vico, quanto la fi-
losofia contemporanea visitata servendosi di Vico come guida o accom-
pagnatore. È di certo un lavoro importante e brillante, al quale, specie
dopo la mia direzione, il Centro di studi vichiani ha dedicato particolari
cure, anche attraverso alcuni congressi internazionali interessati a coglie-
re e definire la presenza di Vico nella filosofia contemporanea.
Confesso che io continuo a rimanere legato alla ricognizione filo-
logica della filosofia di Vico nel suo tempo e non a caso ho dedicato
particolari attenzioni, anche di recente, proseguendo nel lavoro del-
l’edizione critica delle opere di Vico, avviato negli anni della mia dire-
zione del Centro, per ottenere il restauro critico dei testi di Vico, cer-
cando di interpretare per tal via il significato della cultura di Vico e
delle idee di Vico. Capisco bene che così mi privo d’intendere, fino in
fondo, l’incidenza della sematologia di Vico, ancor più il contributo di
Vico alla critica del ‘mentalese’. Ma che fare? Ognuno è figlio della