FULVIO TESSITORE
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propria generazione ed io sono un testardo figlio dell’età storicistica,
della cultura storicistica, quella noiosa, fastidiosa cultura che si affida,
quasi masochisticamente, a testi noiosi, difficili, impervi per ottenere,
ostinatamente, la precisa contestualizzazione anche ermeneutica dei
concetti di Vico, poco importandomi della loro partecipazione alle di-
scussioni a noi contemporanee, pur sapendo di rinunciare così alle af-
fascinanti avventure delle idee brillanti della contemporaneità.
Anche da questo punto di vista il bel libro di Jürgen Trabant mo-
stra tutto il suo valore e la sua incidenza per rinnovare l’antica que-
stione dell’‘attualità’ di Vico. È anch’esso un segno e un seme (è pro-
prio il caso di dirlo) dei tempi nuovi, anche dei tempi rinnovati del
«Centro di studi vichiani».
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ULVIO
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ESSITORE