RECENSIONI
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C
ARLA
S
AN
M
AURO
,
Gianvincenzo Gravina giurista e politico. Con un’ap-
pendice di scritti inediti
, Milano, Franco Angeli, 2006, pp. 175.
Il volume costituisce un contributo importante nell’ambito degli studi
sulla speculazione politica, storiografica e giuridica di Gravina, fornendo inol-
tre, nelle note e a parte, in conclusione, una bibliografia molto ricca delle ope-
re di e sul Roggianese. Di grande utilità è poi la pubblicazione, in appendice,
di alcuni scritti inediti di Gravina (reperiti presso la Biblioteca Nazionale di
Napoli, la Biblioteca Apostolica Vaticana, la Biblioteca Universitaria di Pisa),
suddivisi dall’A. in
Discorsi
e
Lettere
.
Seguendo il filo rosso della speculazione di Gravina sul diritto e la politi-
ca, San Mauro ricostruisce un quadro completo della biografia e dell’intera
sua produzione. In particolare, nella prima parte del lavoro – ma il tema riaf-
fiora un po’ ovunque –, l’A. addita nella filosofia della luce graviniana una
centralità, oltre che nell’intero pensiero filosofico del Roggianese, anche nelle
sue speculazioni sul diritto. Infatti per Gravina, come i valori etici e religiosi,
così anche il diritto è fatto di norme assolute, in quanto le leggi derivano dalla
ragione umana, che è, secondo la filosofia della luce, riflesso della mente eter-
na. In quest’ultima, perciò, Gravina ricerca l’origine del diritto, oltre che nella
storia. Anche nelle
Egloghe,
nella
Ragion Poetica
(cito da G. G
RAVINA
,
Scritti
critici e teorici,
a cura di A. Quondam, Bari, Laterza, 1973; d’ora in poi: RP,
pp. 211 e 226-227)
e nel
Discorso sopra l’Endimione
(in
Scritti
, p. 52) era
enunciato tale concetto sul piano etico, e cioè che esistono principi morali co-
muni a tutti gli uomini, in quanto in ognuno sono depositati gli eterni semi
del vero, riflessi della mente divina.
L’A. (pp. 50-51) mette in evidenza il fatto che, come nelle opere filosofico-
teologiche, così anche in quelle giuridico-politiche, Gravina contrappone a
quella aristotelico-scolastica la filosofia dei moderni (cita Bacone, Gassendi,
Galileo e Cartesio); egli, inoltre, individua una continuità tra questi pensatori
e i platonici del Cinquecento.
Il Roggianese, come emerge in particolare dalle
pagine 378-380 del
De sapientia universa
(in
Scritti,
cit.), intende per Scola-
stica la corrente di quei teologi, i cui capostipiti e fondatori vede in Pietro
Abelardo e Gilberto Porretano (proprio quelli che furono combattuti da un
precursore della Scolastica come San Bernardo), che per primi hanno intro-
dotto il metodo dialettico e l’elaborazione razionale-argomentativa in teo-
logia. Finisce così con l’identificare la Scolastica (come appare da tutti i luo-
ghi in cui la condanna) con la dialettica e esclude da essa i più alti esponenti
della Prima Scolastica, in particolare Pietro Lombardo e San Tommaso. Que-
sti ultimi Gravina contrappone come antidoto agli ‘Scolastici’, appunto per-