RECENSIONI
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vedremo, per l’influenza di Boccaccio). Come in Gravina il re è sapiente e
agisce solo in nome della giustizia (come sottolinea l’A., pp. 95-96), così in
Dante il re è in grado di discernere la giustizia (
Purg.
XVI, 95-96). La
cupidigia è per Gravina (pp. 82-83, 95-96), come per Dante (
Purg.
XVI, 100-
105), la causa della degenerazione delle istituzioni.
Gravina, come sottolinea l’A., p. 118 (e come emerge anche da RP, p. 299:
lo vedremo subito), tiene fermo il principio dell’interdipendenza dei due po-
teri politico e spirituale; a tale teoria faceva riferimento anche Marco Lom-
bardo (
Purg.
XVI, 106-108) nel brano citato. In RP, p. 299, Gravina usa
l’espressione «due luminari», presente («duo luminaria») in
Mon.
III,
IV
(del
resto Gravina, in un altro luogo della sua critica dantesca (RP, p. 281), mostra
di aver letto questo trattato), laddove in
Purg
. XVI, 107, Dante usa l’espres-
sione «due soli». Sempre in
Purg.
XVI, 106-108, Roma, che creò un Impero
unificato nel senso giuridico (l’unità giuridica dell’Impero Romano è tema
centralissimo in Gravina e fondamento delle
Origines
) e nella pace, fu prede-
stinata ad essere illuminata dai due soli, Papa e Imperatore, essendo sede del-
la Chiesa e dell’Impero. Gravina sottolinea questo passo di Dante, mostrando
di condividere l’idea che «per legge di Dio e merto della romana virtù, na-
sceano a scorta e regolamento comune della religione, delle leggi e dell’armi
due luminari: ponteficato ed imperio» (RP, p. 299). Gravina, dunque, mostra
di conoscere molto bene e di condividere i punti fondamentali del discorso
politico presente in
Purg
. XVI.
Il termine «lupi» che l’A. (pp. 90-91) segnala in Gravina è presente anche
in Dante a livello politico, a proposito dei fiorentini (
Par
. XVII, 64, e XXV,
6); inoltre, come Gravina (p. 91, nota 30), anche Dante sottolinea più volte la
bestialità della cupidigia (per la quale utilizza la personificazione in lupa già a
partire da
Inf
. I)
.
L’A. ha il merito di additare nella cupidigia un valore cen-
trale nella speculazione politica graviniana. Da Dante Gravina riprende l’idea
della cupidigia come una delle principali cause delle degenerazioni delle isti-
tuzioni politiche. Molto opportunamente l’A. sottolinea che nelle
Origines
l’alternanza di progressi e regressi nelle istituzioni politiche è dovuta princi-
palmente alla cupidigia, vizio che produce nei governanti e nei governati una
perenne insoddisfazione che genera la corruzione delle forme di governo, in
quanto «gli interessi particolari, prevalendo, producono un corso circolare
nell’evoluzione della società» (p. 82). Le origini dei mali della politica risie-
dono dunque nella cupidigia: gli uomini, in preda a questo vizio, desiderano
sempre quello che non hanno. Questa considerazione (G. G
RAVINA
,
Ori-
ginum juris civilis libri tres,
Napoli, Mosca, 1713 – d’ora in poi
Originum
– I,
p. 212), citata dall’A. a p. 83, nota 4, ricorda il discorso di Virgilio a Dante