AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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un’opera che non valeva la pena di proibi-
re» (p. 571). La formula finale del «nihil
decisum fuit» lasciò spazio a un nuovo in-
carico di lettura, del cui esito non si cono-
sce nulla. «Gli inquisitori avrebbero dovu-
to far esaminare la seconda edizione, co-
minciando di nuovo il farraginoso proces-
so fatto alla prima. I rapporti tempestosi
con Vienna, che dava ricetto all’inviso
Giannone, e una massa di libri sospetti,
che si dovevano esaminare e proibire, sal-
varono Vico […] dal dispiacere di finire
all’Indice e la Santa Sede dalla vergogna di
condannare pubblicamente il più grande
filosofo italiano del Settecento» (p. 572).
Se l’ecdotica ha davvero fatto passi da gi-
gante con la nuova edizione vichiana, que-
sti nuovi documenti e questi bei lavori di
riflessione sull’argomento sicuramente fa-
ranno compiere passi da gigante all’erme-
neutica vichiana.
[M. S.]
6. D
AMIANI
Alberto Mario,
Domesti-
car a los gigantes. Sentido y praxis en Vi-
co
, Rosario, UNR Editora, 2005, pp. 412.
L’intento dichiarato dell’A. è dimo-
strare l’intrinseca politicità della
Scienza
nuova
e della teoria razionale del «corso
che fanno le nazioni» che ne costituisce il
fondamento. Secondo Damiani, la nuova
scienza vichiana non si limita ad indivi-
duare i principi della ‘comune natura delle
nazioni’, ma è attivamente impegnata a
evitare i rischi della possibile dissoluzione
dell’ordine civile degli stati moderni at-
traverso adeguati strumenti antropologici,
istituzionali e linguistici per il governo
razionale degli uomini. La natura politica
della filosofia vichiana si manifesta appie-
no nella critica all’astratto razionalismo
dei principi antropologici del giusnaturali-
smo moderno, che commette l’errore di
attribuire ai primi ‘autori’ del ‘tempo o-
scuro e favoloso’ una astorica natura uma-
na razionale. La teoria vichiana della for-
mazione dello stato politico e l’analisi del-
le forme di governo si basa, al contrario,
su una concezione storica della natura
umana che si trasforma nell’evoluzione dal
patriarcato familiare al governo eroico del-
la città aristocratica, alla repubblica mo-
narchico/popolare. Il rapporto governan-
ti-governati nel corso della storia mostra la
parallela evoluzione dell’ordine delle idee
e di quello delle istituzioni, fino alla com-
pleta umanizzazione della relazione giuri-
dico-politica tra la mente che ordina e il
corpo che obbedisce. Le istituzioni civili e
le forme di governo dell’età della ‘ragione
tutta spiegata’, che riconoscono tutti gli
uomini partecipi di una ‘comune natura’,
sono il risultato di un tortuoso processo
storico che gradualmente porta al supera-
mento della distinzione ontologica tra gli
esseri umani caratteristica dell’età poetica
e barbara.
Attento a cogliere nello sviluppo del
pensiero del filosofo napoletano gli ele-
menti di continuità e di rottura, Damiani
ripercorre l’intero
corpus
dell’opera vi-
chiana con la consapevolezza che la genesi
storica della
Scienza nuova
non necessa-
riamente coincide con la ricostruzione lo-
gica del suo fondamento teorico indicato
nel principio
verum ipsum factum
. Di con-
seguenza, l’articolazione interna delle
quattro sezioni del libro, rispettivamente
dedicate a: «Antropologia e Politica» (pp.
19-107), «Politica e Linguaggio» (pp. 109-
172), «Politica e Razionalità» (pp. 173-
240) e «Scienza e Politica» (pp. 241-366),
subordina l’analisi testuale all’esigenza di
privilegiare l’emergenza del nesso teoria
prassi nei nuclei concettuali della conce-
zione vichiana della natura umana, della
politica, del linguaggio e della scienza.
Damiani si sofferma sull’evoluzione
del pensiero vichiano indicando un so-