AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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stanziale scarto tra l’idea metafisica del-
l’uomo presente nel
De antiquissima
e
l’approccio storico-sociale della
Scienza
nuova
, tra l’unità astratta degli elementi
costituivi la natura umana (
anima-animus
,
mente-corpo) e la concretezza della de-
scrizione del dispiegamento dei primi se-
mi di verità nella corporeità semi-animale
dei giganti-bestioni errabondi nello ‘stato
ferino’. «La descripción viquiana de este
estado deja entrever una diferencia básica
entre l’antropología metafísica de 1710 y
la idea de ombre operante en la obra defi-
nitiva de nuestro autor. La inizial metafísi-
ca de Vico analizaba la naturalezza huma-
na haciendo abstracció de la condiciones
culturales, sociales y politicas en que la
misma se realizza, poniéndola en relación
sólo con Dios y con el mundo natural. La
Scienza nuova
, en cambio, presenta a la
naturalezza humana como algo inescindi-
bile de dichas condiciones» (p. 43). La so-
cialità, dunque, elemento essenziale per
l’uscita dallo stato ferino, è all’origine del-
la trasformazione delle passioni animali in
passioni umane attraverso cui l’uomo inte-
riore afferma la propria autorità sul pro-
prio corpo e sulla natura. Le prime crea-
zioni umane come la religione, la famiglia,
il culto dei morti, sono il risultato della
prima, naturale modificazione della mente
umana che produce la metamorfosi fisica
e morale dell’uomo allorquando, nelle di-
sperate condizioni ambientali degli albori
dell’umanità, «s’incominciò a menar fuori
la forma di esso corpo umano di giusta
corporatura dagli smisurati corpi lor gi-
ganteschi» (capov. 520).
Il carattere sociale della natura umana
trova conferma, secondo Damiani, nel
rapporto tra libero arbitrio e senso comu-
ne; se da un lato infatti la libertà è la con-
dizione necessaria per la realizzazione del-
lo sforzo (conato) della mente per frenare
e dirigere i movimenti del corpo, dall’altro
la soggettività dell’umano arbitrio «si ac-
certa e determina col senso comune degli
uomini d’intorno alle umane necessità o
utilità, che son i due fonti del diritto natu-
rale delle genti» (capov. 141). Come sotto-
linea Damiani, «la integración del libre al-
bedrío y el sentido comun, permite a Vico
fundamentar la creación humana de un
mundo civil de tal modo che éste no pue-
da ser considerado ni como el resultado
del destino, ni como resultado del azar»
(p. 65), bensì come attuazione storica dei
piani della «divina mente legislatrice». Ri-
cordando le polemiche suscitate dalle con-
trapposte interpretazioni, idealista e cat-
tolica, del concetto di Provvidenza, Da-
miani osserva la loro comune propensione
ad ingabbiare Vico entro schemi filosofici
precostituiti ricorrendo a nozioni, come
trascendenza ed immanenza, del tutto
estranei al lessico vichiano. In realtà, Vico
usa il termine provvidenza per indicare,
da un lato, la credenza comune a tutti i
popoli in un essere superiore alla natura e
agli uomini, dall’altro, per fondare la sua
nuova scienza sull’ordine ideale eterno del
corso che fanno le nazioni.
Nella prospettiva dell’interpretazione
politica della filosofia di Vico, di assoluto
rilievo risulta la funzione svolta dal lin-
guaggio persuasivo nella vita civile. Da-
miani individua nella polemica anticarte-
siana e nella rivalutazione della topica pro-
posta nel
De ratione
il momento iniziale
della riflessione vichiana sul legame tra
linguaggio e senso comune culminata nella
scoperta della ‘sapienza poetica’ della
Scienza nuova
. La tropologia della retorica
classica è presa da Vico a modello per
spiegare le operazioni della mente primi-
tiva creatrice del mondo mitologico che è
la chiave d’accesso per la conoscenza della
storia del ‘tempo oscuro’. Si tratta di una
logica estranea alla ragione moderna: in-
fatti, «mientras el pensamiento conceptual
de la edad humana parte de las similitudes
y diferencias que encuntra en las cosas