AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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sangue e di organi», di «pena di morte» e
«guerriglia», di «rivoluzione» e «strage»,
«genocidio» e «terrorismo») (pp. 149 sgg.),
poggiando su una bibliografia che tradisce
un prevalente interesse per la letteratura di
primo Novecento e limitando quello per gli
scritti più aggiornati alla citazione dei lavori
di A. Poggi, A. Sarulli (sic) e F. Guffolino
(sic) (p. 244). L’unico riferimento al filo-
sofo della
Scienza nuova
è nel capitolo de-
dicato allo studio delle relazioni tra «Gra-
vina e la filosofia», con lo scopo di sottoli-
neare l’interesse per uno «studio unitario
della filosofia e del diritto civile, […] con-
siderato l’origine della sistematica filosofia
del diritto». Ed è questo tema, privo del
necessario approfondimento critico, a det-
tare il «chiaro e sincero apprezzamento
[…] avuto […] anche da Gianbattista Vi-
co che fu in polemica col grande pensato-
re calabrese, in conseguenza della creazio-
ne dell’Arcadia, ma si gloriò della sua sti-
ma e della sua amicizia» (p. 38).
[F. L.]
14.
I
MBRUGLIA
Girolamo,
Alessio
Aurelio Pelliccia e la storia filosofica a Na-
poli nel secondo Settecento
, in
Storia e vi-
ta civile. Studi in memoria di Giuseppe
Nuzzo
, a cura di E. Di Rienzo e A. Musi,
Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane,
2003, pp. 77-102.
Dello storico ed erudito napoletano il
contributo offre, in efficace sintesi, un
profilo accurato che lo colloca adeguata-
mente nella Napoli di secondo Settecento,
quando tra giurisdizionalismo e illumini-
smo si «era scavato un solco» e l’«eredità
giannoniana si indeboliva», mentre la «le-
zione illuminista di Genovesi pareva apri-
re nuovi orizzonti storiografici» (p. 82). E
Pelliccia, partecipe delle aspirazioni del
giansenismo, era attivo nel circolo masso-
nico dei fratelli de Gennaro in cui
magna
pars
si rivelavano le attività e gli scritti di
Pagano e Grimaldi. A questi dedica parti-
colare attenzione Imbruglia, mettendo in
risalto la presenza a Napoli del moderno
modello di «storia filosofica», non esente
certo dai richiami a Vico e alle grandi voci
della cultura europea (da Montesquieu a
Rousseau, da Hume a Raynal): «Attraver-
so Grimaldi, e poi Pagano, Vico poté agi-
re a Napoli da un lato come freno a […]
ricerche di fantasia antiquaria, d’altro lato
come spunto per riprendere le teorie
phi-
losophiques
di Montesquieu e di Rous-
seau. Grazie a queste letture e forse pure
grazie a questa polemica vichiana, dun-
que, si riscoprì il lato antropologico della
philosophie
[…]» (p. 95). E se il
De coeme-
terio
del Pelliccia appare al Grimaldi criti-
cabile in quanto «storia fantastica» (p. 94),
le
Ricerche filosofico-istoriche sull’antico
stato dell’estremo ramo degli Appennini
del 1782 segnano una svolta nella ricostru-
zione storica del modello italico preroma-
no. Esse partecipano al dibattito storiogra-
fico di fine secolo per l’introduzione del
moderno tema della «civilizzazione», che
fa da spartiacque alle posizioni del Pellic-
cia con distanze significative dalle tesi del
Pagano e avvicinamenti sostanziosi agli
Annali del Regno di Napoli
del Grimaldi
per l’«affermazione del carattere indigeno
dei Cumani» e l’«esclusione […] di una
loro derivazione orientale» (
ibid.
).
[F. L.]
15.
J
ENNES
Heinrich F.,
Ingenium
und Topik im Werk des jungen Giam-
battista Vico. Spätbarockes Vorspiel zur
‘Scienza nuova’
, Books on Demand
GmbH Norderstedt, 2003, pp. 114.
Il volume, se, da un lato, si caratteriz-
za per la levità dell’impianto, che riesce a