AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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introdurre il lettore nel centro della que-
stione senza inutili appesantimenti, dall’al-
tro, rinunciando – per così dire – ad affati-
carlo con un ingombrante apparato di no-
te, si presenta piuttosto avaro di docu-
mentazione, soprattutto per quanto con-
cerne la letteratura secondaria.
L’ingegno viene configurato come il
proprium
dell’uomo, ovvero come quella fa-
coltà che consiste nell’avvicinare e nel con-
nettere ciò che a prima vista sembra distan-
te non solo nello spazio – dando così luogo
a produzioni di natura tecnologica –, ma
anche nel tempo, collegando momenti sto-
rici cronologicamente lontani. Sicché, da
questo punto di vista, l’operazione realizza-
ta nel
De antiquissima
prima, e nella
Scienza
nuova
poi, rivelano la straordinaria virtù
d’ingegno del loro autore, capace di tenere
insieme e congiungere al presente epoche
storiche così remote e diverse.
Molto suggestivo e pertinente si rivela
il rimando all’iconologia di Cesare Ripa
(cfr. pp. 21 sgg.), che rappresenta l’inge-
gno in figura di giovane arciere: «giova-
ne», in quanto la forza intellettiva non in-
vecchia mai; «arciere», vestito solo di un
elmo con un’aquila come cimiero, a sotto-
lineare l’agilità, lo sguardo acuto e la po-
tenza di penetrazione di chi è particolar-
mente dotato di
vis
ingegnosa.
In stretto rapporto con l’ingegno, qua-
le sua «fondazione» (p. 64), è naturalmen-
te l’arte della topica, intesa quale «stru-
mento per ritrovare gli affini giacenti l’uno
lontano dall’altro» (p. 72).
[R. D.]
16. K
ELEMEN
Janos,
Dante, Petrarca,
Vico – Fejezetek az olasz irodalom és
filozófia történetéb
ő
l
[Dante, Petrarca,
Vico – Capitoli della letteratura e della fi-
losofia italiana] Budapest, Áron-Brozsek,
2007, pp. 245.
La parte su Vico include (in forma
ampliata) il saggio «I cerchi di Vico»,
pubblicato anteriormente nel numero spe-
ciale su Vico (2005, 4) della rivista lettera-
ria «Helikon», recensita in questo «Bollet-
tino» XXXVI (2006) alle pp. 211-217. Il
volume comprende inoltre un discorso
(dal titolo «Lingua e storia: Dante, Vico,
Hegel») letto all’Accademia delle Scienze
di Budapest nel 2004.
17.
K
ONITZER
Martin,
Giambattista
Vico’s open agenda of modernity
, recen-
sione a V. A
LBUS
,
Weltbild und Meta-
phor. Untersuchungen zur Philosophie im
18. Jahrhundert
(Würzburg, Königs-
hausen und Neumann, 2001), in «Semio-
tica» CLVII (2005) 1-4, pp. 571-575.
18.
L
OMONACO
Fabrizio,
Filosofia e
Filologia, Linguaggio e Storia nel «Bollet-
tino del Centro di Studi Vichiani» (1971-
2000)
, in «Archivio di Storia della Cul-
tura» XIX (2006), pp. 131-168.
In questa nuova riflessione sul
«
Bollet-
tino», esposta in un recente convegno pa-
lermitano, Fabrizio Lomonaco individua
alcuni fili conduttori che hanno accompa-
gnato la rivista nei suoi oltre trentacinque
anni di vita. In particolare, spicca l’atten-
zione verso il tema del linguaggio, tema
che si è sviluppato nel tempo, intreccian-
dosi a quello originario delle ricerche te-
stuali e della restaurazione ecdotica. Già
dai primissimi numeri, Pietro Piovani si
batteva per una lettura di Vico che fosse
sempre meno
filosofia del concetto’ e
sempre più del concreto, in questo senso
andando a scandagliare l’esperienza co-
munitaria fondamentale presente nelle
strutture del linguaggio. Come riassume
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