LA COLLANA «VICO SU CDROM»
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vetti Odis3, immagini ottenute da microfilm, scanner e foto digitali),
talvolta usati in condizioni a dir poco precarie come nel caso di scan-
ner inadatti ai testi antichi o di foto digitali scattate, senza attrezzatura
professionale, direttamente nelle biblioteche. Di fronte ad alcune im-
magini dei testi raccolti spero però che gli studiosi, facendo proprio il
motto baconiano: ‘uno solo è lo stato delle scienze e questo fu è sarà
sempre democratico’, mitighino il loro disappunto con la soddisfazio-
ne per la più ampia circolazione di testi difficilmente reperibili.
Diverso discorso va fatto per le opere raccolte nella «Biblioteca vi-
chiana», che come esplicitamente dichiarato sono state da me
scelte
se-
condo alcune linee guida – che per quanto soggettive spero non venga-
no ritenute arbitrarie – con l’intento di rispondere alle diverse esigenze
del composito universo degli studiosi vichiani. Nell’articolare le di-
verse sezioni del piano dell’opera: manoscritti e opere di Vico, tradu-
zioni, studi critici e testi di interesse vichiano, ho adottato criteri di se-
lezione che, pur tenendo conto delle aspettative degli studiosi, ma an-
che delle necessità degli studenti, fossero fedeli all’approccio storico-
critico al ‘problema Vico’ da sempre privilegiato dal Centro di Studi
Vichiani. Un’esigenza particolarmente sentita se si tiene presente l’ob-
bligo istituzionale di fornire strumenti d’ausilio non solo a quanti sono
impegnati nell’edizione critica delle opere di Vico ma anche alla più
ampia comunità di studiosi, a vario titolo coinvolti nell’impresa.
Ad esempio, ritengo che la scelta di esibire il ms. XXX D. 79 della
Sn44
favorisca un più puntuale confronto con chi è direttamente impe-
gnato nell’arduo compito di ricostruire l’autentica lezione del capola-
voro vichiano. Prendiamo il caso della discussione che c’è stata intorno
alla decisione di Fausto Nicolini, da molti considerata famigerata, di nu-
merare i capoversi della
Scienza nuova
del ’44. Ebbene, un confronto di-
retto con il manoscritto di Vico ci aiuta a spiegare l’opzione nicoliniana.
Ovviamente ciò non significa avallarne la scelta, ma di sicuro aiuta a
comprenderne le ragioni anche quando esse appaiono anacronistiche al-
la luce della più matura ectodica vichiana. Nella stesso intento di con-
sentire un confronto diretto con alcuni dei testi di riferimento sussidiari
dell’edizione critica vanno la prima raccolta di scritti latini di Vico ad
opera di Francesco Daniele, i quattro volumi di Villarosa, le traduzioni
ottocentesche del
De antiquissima
, attribuita a Vincenzo Monti, delle
Institutiones oratoriae
di Luigi Parchetti e del
De uno
di Costanzo Giani.
Per quanto riguarda gli scritti su Vico, come sanno i frequentatori
della monumentale
Bibliografia Vichiana
di Croce e Nicolini, offrirne
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