ENRICONUZZO
36
speculative o grandi tradizioni storiografiche, in particolare in ordine
alla questione dei rapporti del ‘senso storico’ mirabilmente maturato
nel pensiero di Vico con quello rinvenibile nella cultura storico-filolo-
gica umanistica.
Sappiamo come anche successivamente dall’impostazione garinia-
na, dall’intenzionale serrarsi nella puntualità dell’indagine storiogra-
fica, dal sospetto verso le semplificatrici ‘generalizzazioni’, dal ripudio
degli abiti ‘genealogici’, sarebbe disceso pure il sottrarsi al dibattito
sulla questione delle ‘origini dello storicismo’, dei diversi storicismi,
anche ad un lavoro di analisi di Vico entro una più generale storia del-
la coscienza storica moderna
46
. In tal senso l’insieme degli importanti
risultati critici e delle precise indicazioni di lavoro sui caratteri della fe-
conda scienza filologica propri della cultura umanistica italiana venne
tenuto fuori dal problema dei motivi di possibile ‘storicismo’ di espe-
rienze intellettuali di conquista del senso filologico, storico, della plu-
ralità e individualità dei fenomeni storici, e anche dal problema di una
generale storia di una più estesa sensibilità o coscienza storica moder-
na (il che naturalmente non implica che una cospicua serie di orienta-
menti critici e tracce di ricerca non si rinvengano anche su ciò nella
produzione gariniana)
47
. A parte ciò, Garin ancora più in genere fu
piuttosto cauto nell’esprimersi sugli stessi caratteri di ‘modernità’ della
cultura filologico-storica umanistica; in ciò in una solidarietà di fondo,
pur nella differenza di interessi, prospettive, giudizi, con grossi studio-
si del pensiero storico, ed autori di interventi importanti su Vico, della
46
Peraltro dei protagonisti del
Historimus
Garin frequentò non a caso con maggiore
consentaneità Dilthey, ma appunto piuttosto il Dilthey ‘metodologo’ del sapere storico
che ‘filosofo’ dell’‘individualità’, e assai meno, e con minore consentaneità, Meinecke. E
quanto alla definizione dello storicismo, «ambiguo termine», egli mostrava di propen-
dere piuttosto verso la posizione crociana: si veda
Osservazioni preliminari
, cit., p. 61.
47
Problema che invece era presente in linee di ricerca affermatesi soprattutto nella
cultura storiografica ‘anglosassone’, nelle quali avanzava esplicitamente il discorso
sullo ‘historicism’ nella cultura umanistico-rinascimentale europea, e anche da qualche
parte si proponeva la nozione di una ‘rivoluzione storica’ avvenuta tra ’500 e ’600. Su
ciò mi permetto ancora di rimandare ad un mio saggio su
Origini dello storicismo e
nascita della coscienza storica moderna nella storiografia di lingua inglese
, in
Filosofia e
storiografia. Studi in onore di Girolamo Cotroneo
, 4 voll., a cura di F. Rizzo, Soveria
Mannelli, 2005, vol. I, pp. 327-345, poi, con lo stesso titolo, nel già cit. mio volume
Storia ed eredità della coscienza storica moderna
, pp. 103-146. In ciò che segue riprendo
qualcosa da alcune pagine dedicate a Garin del saggio
La «tensione all’universale» nel
pensiero
che, come su detto, anch’esse si leggono in tale volume.