ENRICONUZZO
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Il libro del 1935 di Antonio Corsano,
Umanesimo e religione in G.
B. Vico
, è quello che invece effettivamente innovò maggiormente ri-
spetto al paradigma ‘crociano-gentiliano’: e che perciò deve essere
considerato come l’opera (seguita poi dal volume del 1956,
Giambat-
tista Vico
), frutto di un lavoro sistematico e di un’interpretazione orga-
nica del pensatore napoletano, che arrecò l’elemento di più forte di-
scontinuità fino all’affacciarsi nel secondo dopoguerra di più fresche
letture, contrassegnate dalla preminenza assoluta del respiro ‘teorico’ e
‘attualizzante’ (come quella di Enzo Paci), o da un approccio metodico
e critico risolutamente diverso da quel paradigma (come nell’interpre-
tazione di Nicola Abbagnano o nelle prime prove degli anni ’50 del
‘nuovo corso’ filologico-critico degli studi vichiani).
Sono note le linee principali di quella lettura di Corsano: l’indica-
zione del carattere di «moderato eclettismo» della rinnovata cultura
napoletana del secondo Seicento (da lui indagata anche con ricerche di
prima mano) che «seppe temperare il sensimo gassendista di spirituali-
smo cartesiano-malebranchiano»; l’attenta rivisitazione e forte corre-
tendenza romantica, moderna, precorritrice, che lo fa sembrare tanto più spesso uomo
del Risorgimento» (F. N
ICOLINI
,
La giovinezza di Giambattista Vico. Saggio biografico
,
Napoli, Estratto degli «Atti dell’Accademia Pontaniana», 1932; testo opportunamente
riproposto, in ristampa anastatica, nell’edizione – da cui qui cito – dell’Istituto Italiano
per gli Studi Storici, Bologna, 1992, pp. 52, 54, 80). Superfluo qui citare i tanti contri-
buti nicoliniani anche soltanto più interessanti il versante di studi qui oggetto di atten-
zione. È il caso di ricordare solamente che uscirono negli anni della pubblicazione del
secondo volume della
Filosofia
vallardiana, affidato a Garin, i due volumi della fonda-
mentale opera crociano-nicoliniana (e in effetti tantissimo nicoliniana): B. C
ROCE
,
Bi-
bliografia vichiana. Accresciuta e rielaborata da Fausto Nicolini
, Napoli, 1946 (1947, la
data della prima di copertina). Già nel 1931 – si può ancora rammentare – era stata
pubblicata come estratto dagli «Atti dell’Accademia Pontaniana» una serie di materiali
costituenti l’«abbozzo» del successivo
Commento storico alla seconda Scienza nuova
.
Accanto agli studi eruditi di Fausto Nicolini occorre citare – per tenere presente
l’ampiezza dello spettro di studi disponibile al Garin di quegli anni – almeno quelli di
Benvenuto Donati: per qualche aspetto più distanti dal modello idealistico, oltre che par-
tecipi del rinnovamento degli studi eruditi primonovecentesco su Vico (specie con il la-
voro
Autografi e documenti vichiani inediti o dispersi
, Bologna, 1921) e inclini ad un non
abituale interesse per il versante giuridico del pensiero vichiano (già studiato nel raccor-
do tra gli scritti giovanili e il
Diritto universale
nel contributo del 1915,
Prolegomeni della
filosofia giuridica del Vico attraverso le Orazioni inaugurali dal 1699 al 1708
). Ma per ra-
gioni di brevità non è opportuno di soffermarsi su di essi: tanto più che Garin, nelle pa-
gine scritte nei primi anni ’40, mostra di conoscerne il lavoro principale (
Nuovi studi
sulla filosofia civile di G.B. Vico. Con documenti
, Firenze, 1936), ma non di tenerlo
granché presente.