«IPSI CAUDA SCORPIONIS IN ICTU FUIT»
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nove versi
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da lui citati dell’
Andromeda
. I cardinali, dopo aver ascolta-
to il parere di Bonucci nel corso della trentunesima Congregazione, in
data 4 dicembre 1719, decidono di affidare le
Tragedie cinque
in lettu-
ra anche ad un altro revisore (ma ancora non si fa il nome di Padre
Leone Bertolotti).
6.
La prima relazione di padre Leone Bertolotti e la sua convinzione, non
lontana da quella graviniana
50
, della necessità di un’analisi letterale dei testi.
Le due relazioni di Bertolotti sono conservate una di seguito al-
l’altra, rispettivamente alle carte 638r-640r e 641r-645r: evidentemente
il consultore le consegnò nello stesso momento, come due diverse parti
di un unico lavoro. Esse non riportano l’indicazione della data, ma so-
no presumibilmente scritte in momenti diversi
51
, sia perché sono piut-
tosto lunghe (quella di Bonucci è invece di sole due facciate), sia per-
ché iniziano entrambe con l’intestazione agli «Em.mi et R.mi D.ni» e si
concludono entrambe con la firma, elemento che evidenzia che cia-
scuna è una relazione a sé. E in effetti, come vedremo, trattano cia-
scuna aspetti diversi delle
Tragedie
ma anche della persona di Gravina.
Lo stesso Bertolotti, come il precedente relatore, ostenta sin dal-
l’inizio il suo livore nei confronti della persona di Gravina. Eppure
nella prima relazione egli segue l’ordine delle argomentazioni di quella
di Bonucci per smontarle una per una, nel corso di una magistrale le-
zione di esegesi impartita al collega Bonucci e costellata di dotte cita-
zioni. All’inizio della seconda relazione Bertolotti annuncia che il suo
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Il 26 febbraio 1562 i padri conciliari, nella terza e ultima fase del Concilio di
Trento, elaborarono «dieci regole generali per l’Indice, che rimasero valide sino alla
grande riforma di Leone XIII (1878-1903) del 1896» (W
OLF
,
op. cit.
, p. 25). Bonucci,
in questo suo parere, si rifà all’ottava di esse, intitolata
Espurgazione
, dove viene
prescritto che «le opere il cui contenuto principale è buono, nelle quali però è confluito
insieme qualcosa che fa pensare a eresia, empietà o divinazione, possono essere permesse
soltanto se sono state ‘purificate’ dall’Inquisizione romana – vale a dire emendate da
quelle parti – e sono apparse in una nuova edizione conforme» (ivi, p. 27).
50
In particolare Gravina esprime questo concetto nell’
Hydra
,
nel brano sopra ri-
portato, ma è questo un discorso che ritorna anche nelle opere giuridiche.
51
In ogni caso sono state redatte in occasione della trentaduesima Congregazione
avvenuta il 23 aprile 1720 e consegnate, secondo la prassi, allora o il giorno dopo (so-
no infatti conservate, come abbiamo già visto, di seguito al foglio illustrativo relativo a
questa Congregazione).
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