ANNARITA PLACELLA
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nanze d’Arcadia era ristretta e selezionata, composta da persone in
rapporti d’amicizia (più o meno formale) con l’autore, i quali non pos-
sono che aver espresso dei giudizi positivi, anche perché Gravina do-
vette essere molto probabilmente presente alle rappresentazioni
58
. Nean-
che Bertolotti, che non è avaro, per il resto, di critiche alla persona di
Gravina, parla di una riuscita negativa delle rappresentazioni delle
Tra-
gedie
. Dal momento che Bertolotti dichiara di esser stato presente a più
di una rappresentazione di esse, deve avere in quelle occasioni cono-
sciuto di persona Gravina, se non lo conosceva già da prima
59
.
Ho reperito un’altra testimonianza sulla rappresentazione in Arca-
dia delle
Tragedie
di Gravina. Nella biografia di Alessandro Guidi con-
tenuta
Nelle Vite degli Arcadi illustri
si legge: «essendo uscite ultima-
mente alla luce alcune Tragedie Italiane, che avevano acquistata qual-
che non piccola fama agli autori, fra le quali 5 dell’Abate Gian Vincen-
zo Gravina giurista recitate da giovani suoi seguaci in un’Adunanza,
riportarono queste applausi così strepitosi, che una lodevole invidia di
gloria punse il cuore del puntiglioso Alessandro»
60
.
Gravina, dunque, compose le
Tragedie cinque
non solamente per
dare una semplice prova letteraria classicistica di come si affronta la
scrittura di questo genere, ma anche con lo scopo di rappresentarle.
Del resto era proprio questo il programma della riforma della tragedia
intrapreso da Maffei. Citando un brano del biografo graviniano An-
drea Serrao, Paola Luciani dimostra che il Roggianese con le
Tragedie
cinque
si proponeva un fine pedagogico, in alternativa al teatro delle
58
A questo proposito bisogna ricordare quello che diceva Maffei del pubblico tea-
trale del suo tempo: gli spettatori invitati a una rappresentazione gratuitamente sono
poco attendibili perché non esprimeranno mai, per ragioni di cortesia, un giudizio sin-
cero se il loro parere sullo spettacolo è negativo: solamente il pubblico pagante è atten-
dibile (cfr. I
D
.,
Istoria del Teatro e difesa di esso
premessa al
Teatro Italiano o sia scelta
di tragedie per uso della Scena
,
3 voll., Verona, Vallarsi, 1723-1725, vol. I, p. XXI, cita-
to da V. P
LACELLA
,
La polemica settecentesca della «Merope»
, in «Filologia e Letteratu-
ra» XIII, 1967, 3, pp. 309-336 e XIII, 1967, 4, p. 326).
59
Infatti Gravina, come si sa, aveva molte e importanti conoscenze presso la Curia,
primo fra tutti il Papa stesso, che allora era Clemente XI (che fu Papa dal 1700 al
1721), essendo ancora, nel 1711, agente personale di Francesco Pignatelli presso la
Curia (lo fu dal 1690 al 1712). D’altra parte Bertolotti descrive la personalità di Gra-
vina come se lo avesse conosciuto a livello personale.
60
Vita di Alessandro Guidi
,
in
Vite degli Arcadi illustri
,
Roma, nella stamperia di
Antonio de’ Rossi, 1714, vol. III, p. 240.