ANNARITA PLACELLA
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affermò il dottissimo Alfonso De Castro nel libro terzo, capitolo
ottavo, del
De iusta ereticorum punitione
: «quest’autore fu sin dai te-
neri anni a lungo versato frequentatore dei poeti e oratori greci e latini
e da questi ricavò una così grande libertà di dire, che tutto ciò che gli
piacesse subito lo rendeva pubblico. Chi non riconobbe in lui la libertà
di Luciano e l’irrisione feroce di tutti? A tal punto assimilò il modo di
pungere e lo stile di Luciano, che da molti uomini anche della sua
nazione fu chiamato ateo, cioè senza Dio, così come anche Luciano ve-
niva denominato. Ciò tuttavia direi dell’autore dell’opera presente, non
della presente opera dell’autore, cosa che lascio all’integerrimo giudizio
delle Vostre Eminenze». Insomma, nonostante il giudizio negativo sulla
persona di Gravina, Bertolotti sottolinea molto chiaramente il suo
parere, espresso altrettanto chiaramente nella prima relazione, sul fatto
che nessun luogo delle
Tragedie
meriti di essere censurato.
I Cardinali della Congregazione dell’Indice si resero pertanto subi-
to conto che non c’era luogo a procedere, per cui archiviarono imme-
diatamente il caso, e a questo procedimento preliminare non seguì al-
cun processo di censura contro Gravina. I cardinali seguirono il parere
che Bertolotti diede sin dalla prima relazione («nullam invenio in eo
causam») e respinsero le considerazioni di Bonucci che consigliava di
pubblicare l’opera espurgandola di diciannove versi dell’
Andromeda
66
.
i ‘peggiori’. Infatti, nel primo Indice pontificio pubblicato, nel 1559, l’elenco dei libri
proibiti era suddiviso in tre classi (partizione che viene conservata anche nell’Indice
tridentino del 1564); nella prima classe rientravano gli autori «che hanno sbagliato più
di tutti gli altri e per così dire
ex professo
, e che perciò vengono proibiti in linea di prin-
cipio con tutti i loro scritti» (citato in W
OLF
,
op. cit.
, p. 22). In questa rubrica, compren-
dente 603 nomi, compariva anche quello di Erasmo. Inoltre, egli nell’Indice tridentino
del 1564 compariva sia tra gli eretici della prima classe sia nella seconda classe, dove
erano «elencati come proibiti soltanto alcuni dei suoi libri» (ivi, p. 32). Nell’Indice del
1596 Erasmo venne spostato «in una classe più innocua» (ivi, p. 34).
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I documenti, di cui abbiamo ora concluso l’esame, sull’istruttoria alle
Tragedie
costituiscono un ritrovamento particolarmente importante dal momento che, per usare
le parole che Wolf adopera a proposito di una sua ricostruzione del procedimento
preliminare svoltosi nel 1820 sul manuale di Adolfo Knigge, «questi voti con le prime
impressioni di lettura non si sono conservati quasi mai nei documenti della Congrega-
zione dell’Indice, visto che perlopiù venivano riferiti a voce in un incontro del Segre-
tario con i due consultori o periti» (ivi, p. 66). L’importanza del ritrovamento del pro-
cedimento preliminare su Gravina è tanto più grande se si considera come Wolf com-
menta il suo analogo ritrovamento del procedimento preliminare su Knigge: «tramite
l’esempio del Knigge è possibile documentare per la prima volta un procedimento pre-
liminare della Congregazione dell’Indice, perché in questo caso, per qualche motivo, i
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