«IPSI CAUDA SCORPIONIS IN ICTU FUIT»
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Da queste carte viene fuori il ritratto di un Gravina dal carattere
pessimo, inviso a più persone non solo per i motivi accennati prima in
nota e che adesso esporremo più diffusamente
67
, ma anche per la sua
mordacità. Questo ritratto andrebbe a confermare, anche se solo in
minima parte, quello composto nelle sue
Satire
da Sergardi (alle quali,
tra l’altro, fa riferimento Bertolotti); ma soprattutto presenta molti ele-
menti in comune con le accuse di malalingua (anche riguardo agli ami-
ci) e irascibilità che Pier Jacopo Martello rivolge a Gravina nel suo
Fe-
mia sentenziato
e nella
Ritirata del Femia
(sulle quali opere ci sofferme-
remo più avanti)
.
Già Bonucci si trovava concorde con chi parlava ma-
le di Gravina. È probabile che la coincidenza di accuse, mosse da Ser-
gardi nelle
Satire
e dai due consultori nelle loro relazioni, sia dovuta
alla lettera di denunzia. In essa presumibilmente Sergardi, il maggiore
indiziato come denunziatore di Gravina presso il Sant’Uffizio, ha mos-
so a Gravina le stesse accuse (dalle quali Gravina si era difeso già nei
Prologhi
,
come vedremo più avanti)
di superbia, maldicenza, persino
ateismo, già formulate nelle
Satire
, cosa che dovette indurre i periti a
tenerne conto nei loro pareri. Ma perché tanto odio da parte di Sergar-
di nei confronti di Gravina? Innanzitutto c’era tra i due una differenza
di fondo sul modo di considerare la poetica arcadica. E quando
scoppiò la crisi d’Arcadia
68
, Sergardi prese le parti di Crescimbeni, di
cui condivideva l’impostazione. Inoltre, Gravina stesso, nel
Prologo
al-
l’
Appio Claudio
, dichiara che Sergardi si era accanito contro di lui nelle
Satire
perché sapeva che spargendo fango sulla sua persona si sarebbe
giovato delle amicizie di potenti nemici di Gravina: con le
Satire
, in-
fatti, «a sé la sorte accrebbe, accrebbe il premio, / con la conquista di
maggior salario»
69
.
voti [va specificato che Wolf intende per voti le relazioni da parte dei periti incaricati]
vennero redatti per iscritto e fortunatamente si sono conservati» (ivi, pp. 66-67); tutto
questo si può dire anche delle carte graviniane.
67
Tra cui i problemi che diede all’Arcadia, al collegio degli Avvocati concistoriali,
ad alcune correnti della Curia romana, ad alcuni letterati di cui aveva apertamente
criticato le opere.
68
Per la questione cfr. anche A. Q
UONDAM
,
Addenda graviniana
, cit.,
in partic. pp.
267-270 e 284-285.
69
Prologo
all’
Appio Claudio
, p. 297.