«IPSI CAUDA SCORPIONIS IN ICTU FUIT»
97
sempre si preoccupò di mostrarsi in linea con l’ortodossia e devoto al
Papa, come attestano tutte le sue opere edite e inedite, dove non manca
mai un accenno di elogio al Pontefice. La riduzione, operata da Sergar-
di, al molinismo della complessa filosofia della luce graviniana si scontra
con la fermezza di Gravina, nelle lettere a Pignatelli, nel condannare il
molinismo. Gravina ha scritto delle composizioni, che ha poi deciso di
non pubblicare, in risposta alle accuse dei suoi detrattori e in particolare
di Sergardi. Di queste è conservato un frammento presso la Biblioteca
Nazionale di Napoli con segnatura XIII-C-101, c. 87, citato da Sarubbi:
«Gravina tentò di reagire [alle
Satire
di Sergardi], ma ne fu dissuaso da
Pignatelli (lett. n. 13). Scrisse dei dialoghi che non furono mai pubblica-
ti. In essi bollò gli autori delle satire in maniera violenta: “Queste saette
scoppiate dall’arco della loro malignità, invece di mordere l’assalito, co-
stituiscono reo di ogni legge umana e divina gli assalitori, che mentre of-
fendono gli altri son di se stessi accusatori, e giudici, e sono dal medesi-
mo lor fatto condannati, onde mentre credono di trafigger gli altri, si
scrivono col proprio stile la sentenza d’infamia, la quale cercano di
scampare, con celarsi alla conoscenza altrui”»
78
. Aggiunge Sarubbi:
«Gravina aveva approntato le Verrine che il Serrao (J. A. S
ERRAI
,
De
vita et scriptis J. V. Gravinae
, Roma, 1758, p. 19 e p. 22) dice di aver
visto presso il fratello di Metastasio, per contrattaccare il Settano […].
Le
Verrine
o
Declamationes
non furono certamente portate a termine.
Alcuni frammenti: nel ms. XIII-C-101, cc. 84-89, B.N.N.»
79
.
Gravina, consapevole dei problemi che gli procurava e gli avrebbe
ancora procurato l’inimicizia con Sergardi, non volendo aggravare ul-
teriormente la situazione decise di non pubblicare le risposte alle
Satire
di Sergardi e i
Prologhi
(quattro dei quali sono stati editi da Quondam)
alle
Tragedie
nei quali se la prende esplicitamente con Settano «come
avversario e prototipo della malevolenza della curia romana»
80
.
78
A. S
ARUBBI
,
Introduzione
, cit., p. XV.
79
Curia romana
,
pp. 25-26 n. Il frammento è riportato quasi per intero da
A. Q
UONDAM
,
Cultura e ideologia
,
cit., pp. 104-106; si tratta di «un frammento di
Dia-
logo sulla Satira
,
tra un certo Lucilio […] ed un M.» (ivi, p. 104).
80
L
UCIANI
,
op. cit.
, p. 49. Già Luigi Biondi aveva interpretato i
Prologhi
come «dife-
se» dalle
Satire
di Sergardi, giustificandone in tal modo «‘l’umiltà di stile’ e quella ‘testura
di versi ad arte disarmonici’» (L. B
IONDI
,
Prologhi [inediti] delle Tragedie di Giovanni
Vincenzo Gravina fra gli Arcadi Opico Erimanteo
,
in «Giornale Arcadico» V, 1820,
p. 131, citato da A. Q
UONDAM
,
Addenda graviniana
, cit., p. 278).
1...,87,88,89,90,91,92,93,94,95,96 98,99,100,101,102,103,104,105,106,107,...280