ANNARITA PLACELLA
98
Già all’epoca dei
Prologhi
Gravina mostra di sapere benissimo che
l’anonimo autore delle
Satire
era Sergardi. Vediamo i versi dei singoli
Prologhi
da cui emerge questa consapevolezza di Gravina.
Dall’esame dei
Prologhi
emerge che le accuse che in essi Gravina
respinge sono le stesse (soprattutto anti-curialismo e ateismo) che gli
sono fatte da Sergardi nelle
Satire
e dai due consultori nei loro
Pareri
.
A causa della complessità della difesa da parte di Gravina dalle accuse
a lui rivolte da più parti, ne esporrò qui un rapido schema (senza note:
i riferimenti bibliografici saranno forniti più avanti), per poi andare ad
analizzare in maniera più particolareggiata, citando le pagine, i singoli
momenti in cui Gravina nei
Prologhi
respinge le accuse di Settano.
Questo confermerebbe l’ipotesi che sia Sergardi l’accusatore di Gravi-
na presso il Sant’Uffizio.
Tale conferma proviene indirettamente da alcune affermazioni che
lo stesso Gravina fece su Sergardi e sul gruppo politico che lo sostene-
va nella Curia romana. Nei singoli
Prologhi
a ciascuna delle cinque
Tragedie
, il Roggianese se la prende esplicitamente con Sergardi indi-
cato come portavoce (con le
Satire
), della malevolenza nei suoi con-
fronti di alcuni personaggi della Curia romana. Nel
Prologo
all’
Appio
Claudio
Gravina dichiara apertamente che nelle
Tragedie
sono rappre-
sentati tutti i vizi di Sergardi. E nel
Prologo
al
Servio Tullio
Sergardi è
anche indicato come lo strumento dell’intervento repressivo, da parte di
chi «presiede alla salute pubblica», nei confronti di un personaggio sco-
modo come Gravina. Contro i gruppi che detenevano il potere nella
Curia, Gravina rivolge nei
Prologhi
delle accuse molto simili a quelle dei
19 versi dell’
Andromeda
contro i sacerdoti pagani. Inoltre, afferma nel
Prologo
al
Servio Tullio
, questi ecclesiastici «dichiarano empio» chi, co-
me Gravina, «con le sue virtù, con le sue lettere, / è tacito censor delle
loro male opere», per cui essi lo screditano in modo da rendere innocue
le sue accuse, proprio come viene fatto con il saggio che, nel brano incri-
minato dell’
Andromeda
, viene escluso «dal consorzio». Perciò nel Pro-
logo del
Servio Tullio
Gravina, memore delle calunnie già ricevute nelle
Satire
, esprime la consapevolezza di essere «soggetto a capital pericolo»
per le precise accuse che egli fa nei
Prologhi
; motivo, evidentemente, per
cui non li ha poi pubblicati
.
Ciononostante, il Roggianese andò lo stesso
incontro, con le
Tragedie
, a un «capital pericolo», cioè la denunzia al
Sant’Uffizio da parte di Sergardi, evidentemente spalleggiato
81
dal po-
81
La denunzia delle
Tragedie
può avere avuto lo stesso scopo della campagna de-
nigratoria contro di esse capitanata da Capasso, sul quale torneremo più avanti: quello,