«IPSI CAUDA SCORPIONIS IN ICTU FUIT»
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tente gruppo della Curia romana che già lo aveva sostenuto per l’opera-
zione anti-graviniana delle
Satire.
Sergardi e questi ecclesiastici si videro
infatti attaccati nelle
Tragedie
e in particolare nei 19 versi incriminati
dell’
Andromeda
, dove le allusioni nei loro confronti sono per noi deci-
frabili grazie al confronto con i
Prologhi
, nei quali le stesse accuse sono a
loro indirizzate in maniera esplicita.
Passiamo adesso a un’analisi particolareggiata dei singoli luoghi dei
Prologhi
. Nel
Prologo
all’
Andromeda
, ai versi 165-167, Gravina allude
alla sua iniziale non consapevolezza di chi si nascondesse sotto la ma-
schera di Settano, inconsapevolezza dovuta all’ipocrisia di Sergardi che
di Gravina «dava tanta lode in publico, / briccon chiamando l’autor
delle satire»
82
. Nel
Prologo
all’
Appio Claudio
, ai versi 108-189, Gravina
parla dei vizi di Sergardi. In particolare ai versi 111-121 mostra come
Sergardi si era inizialmente servito di Gravina per entrare nei «ma-
neggi politici»
83
della Curia, tradendolo poi con le sue
Satire
, perché
sapeva che spargendo fango su di lui si sarebbe potuto giovare delle
amicizie di potenti nemici di Gravina: con le
Satire
, infatti, «a sé la sor-
te accrebbe, accrebbe il premio, / con la conquista di maggior sala-
rio»
84
. Questo
Prologo
è di capitale importanza, perché da un brano di
esso capiamo come i diciannove versi oggetto di perizia da parte dei
due consultori dell’Indice sono non a caso di importanza centrale per
Gravina stesso. Infatti, nel
Prologo
all’
Appio Claudio
, come già nei ver-
si dell’
Andromeda
e nel brano citato dell’
Hydra
, Gravina si sofferma
sulla mala fede degli esegeti biblici che vorrebbero cavare dalle Sacre
Scritture i significati che fanno loro comodo, tramite una lettura alle-
gorica forzata e tendenziosa.
cioè, di screditare Gravina, le sue idee, le sue aperte denunce, le sue opere. In partico-
lare se la presero con le
Tragedie
(sia nella denunzia che nella campagna denigratoria)
perché esse velatamente accusavano diverse persone. Innanzitutto, il personaggio di
Palamede accusava Sergardi e altri personaggi interni alla Curia nella persona di Cal-
cante e il personaggio di Proteo accusava gli stessi nelle persone di Mennone e dei sa-
cerdoti pagani. Inoltre, Gravina proietta in tutti gli eroi-sapienti delle sue tragedie il
dato autobiografico di se stesso osteggiato da tanti nemici di vario tipo che ovviamente
vengono disegnati a tinte fosche e indicati come nemici non solo dell’eroe, ma anche
della Sapienza e della Giustizia. È possibile che il denunziatore si sia visto ritratto in
uno dei personaggi e che, conoscendo bene la situazione trasposta in uno o più episodi
e discorsi delle
Tragedie
,
abbia voluto per questo screditarle.
82
Prologo dell’
Andromeda, p. 290,
vv. 165-166.
83
Prologo dell’
Appio Claudio, p. 297, v. 111.
84
Ivi, vv. 120-121.